Protestavano in mutande, pompieri puniti

Il Viminale apre un procedimento disciplinare

Lo avevano detto di essere «rimasti in mutande». E per dimostrare che non stavano scherzando, in mutande, davanti alla sede della Regione, il 31 maggio scorso, i vigili del fuoco ci si erano messi per davvero. «Copiando» quanto avevano fatto i loro colleghi bolognesi, una settimana prima, di fronte all’abitazione del presidente del Consiglio Romano Prodi. E seguendo la filosofia, più o meno discutibile, che una ventina di sederi in mostra fa più effetto di qualsiasi recriminazione verbale o scritta, per tanto incisiva che sia. Ora, secondo la Cgil, il ministero dell’Interno ha aperto nei loro confronti un provvedimento disciplinare perché il loro gesto provocatorio dei pompieri milanesi avrebbe «leso l’immagine del Corpo».
Il sindacato ribatte che era «un gesto irrituale, ma certamente meno provocatorio della sottovalutazione con cui si sta affrontando una situazione drammatica che ricade interamente sulle spalle degli operatori e dei cittadini» e afferma che l’amministrazione dell’Interno ha «riportato indietro la lancetta del tempo di quarant’anni».

«Ma quale immagine vogliono tutelare costoro - conclude la Cgil che, ultimamente, al governo non le manda certo a dire - quando è lo stesso ministro dell’Interno Giuliano Amato che afferma che non ci sono i soldi per il carburante dei mezzi di soccorso?».

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