Proteste per gli affitti salati: «È meglio pagare un mutuo»

Sit-in di centinaia di inquilini a Settecamini. Gramazio (An) chiede un incontro al prefetto

Rita Smordoni

Cartolarizzazione, un incubo per centinaia di inquilini delle case di proprietà dell’Ente Cassa Ragionieri e Periti Commerciali, che gestisce nella capitale circa duemila immobili. Ieri a mezzogiorno una folta rappresentanza di famiglie, provenienti da via Pagoda Bianca, al Torrino, e da Monteverde, si sono date appuntamento davanti al comprensorio di via Colleverde, a Settecamini, sulla Tiburtina, per dare man forte alla protesta di 80 famiglie.
Al sit-in di protesta ha preso parte anche il senatore di An Domenico Gramazio. Molte famiglie hanno già ricevuto dall’Ente lo sfratto esecutivo, altre stanno pagando affitti esorbitanti. Tanti i manifesti attaccati ai muri. Una donna sale sul tetto, minaccia di buttarsi di sotto. «No agli sfratti, no ai contratti liberi, no ai cittadini di serie B», gridano i manifestanti. Al megafono qualcuno tuona: «Prodi, quale politica per la casa?».
A fare il punto della situazione è Roberta Daggiante, rappresentante dell’Aniet (Associazione inquilini ex Enti pubblici): «La Cassa sta prendendo per il collo gli inquilini, chiedendo aumenti sproporzionati, pari ad un mutuo». «Ci hanno consigliato di fare una proposta di acquisto e delle perizie a nostre spese - spiega - ci hanno fatto un’offerta di acquisto di circa 1.800 euro a metro quadrato, che abbiamo sottoscritto per via Colleverde, ma a tutt’oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta». La situazione non cambia per gli inquilini di via Vincenzo Tizzani, a Monteverde, 47 appartamenti abitati in larga parte da pensionati. A parlare è Pietro Cerreto, pensionato, vittima di un’invalidità al cento per cento: «Abbiamo fatto una proposta di acquisto a 3mila euro a metro quadrato, rispetto ad un’analoga richiesta dell’ente. Eravamo disposti ad andare in trattativa, ma fino ad oggi non abbiamo avuto nessuna risposta». A quanto ammonta l’aumento degli affitti? «Siamo partiti da 650 euro - risponde Cerreto - per arrivare, con il nuovo contratto, a 1.450 euro. Alcuni inquilini hanno già firmato il nuovo contratto d’affitto, pur avendo un reddito modesto, mentre chi si è rifiutato di sottoscriverlo, continuando a pagare regolarmente il vecchio affitto, ha già ricevuto, dal 1° agosto, lo sfratto esecutivo».
Tanti volti, tante storie. La signora Grazia, che abita in via Diego Fabbri, racconta la sua: «Sono mamma di una bimba di 9 anni e faccio l’infermiera. Nel 2002 pagavo 490 euro. Nel 2003, con il rinnovo del contratto, l’affitto è aumentato del 60 per cento, mi sono ritrovata a pagare 855 euro. Ho fatto presente all’ente che un affitto così alto, con uno stipendio di appena 1.200 euro, non potevo permettermelo, ma non mi ha dato ascolto. E così, pagato l’affitto, mi rimangono sì e no 300 euro per mangiare». «Esprimo solidarietà alle famiglie in difficoltà e minacciate di sfratto - ha detto il senatore Gramazio -. Entro mercoledì chiederò un incontro con il presidente della Cassa e con il prefetto Achille Serra per avere delucidazioni e rassicurazioni sulla vicenda».

Tra le iniziative di Gramazio, anche la presentazione, domani, di una interrogazione al Consiglio dei ministri «per fare pressione al presidente della Cassa, affinché i cittadini affittuari possano diventare proprietari del bene senza intermediari». Analoga interrogazione sarà presentata in consiglio regionale da Tommaso Luzzi (An) ed in consiglio comunale da Luca Gramazio (An).

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