Biglietti, fotografie, preghiere e ringraziamenti per grazie ricevute. Continuano a cadere, incuranti dei divieti, sulla tomba di Giovanni Paolo II, nelle Grotte vaticane (vi rimarrà fino a domani). Frammenti di vite da tutto il mondo, che si uniscono alle migliaia di voci che lo acclamarono «santo subito» e alle centinaia di testimonianze di grazie ricevute che hanno inondato gli uffici della postulazione. Grazie che in gran parte non sono mai entrate in gioco nella ricerca del miracolo necessario alla beatificazione, in quanto avvenute prima della morte di Wojtyla. Alla proclamazione di santità concorrono, infatti, solo gli episodi miracolosi intervenuti post mortem, quasi a sigillo della presenza del defunto in Paradiso, dove solo può intercedere presso il Signore.
Tra le tante segnalazioni - sarebbero 271 quelle considerate - è stata scelta la guarigione della suora francese Marie Simon Pierre, affetta da morbo di Parkinson. La sua vicenda è stata vagliata accuratamente, attraverso verifiche mediche e teologiche, prima della proclamazione come miracolo. Che ad oggi rimane lunico ufficialmente riconosciuto. Per gli altri si parla di grazie, che concorrono a rafforzare la «fama di santità». Del resto, a Giovanni Paolo II sono state attribuite molte grazie già quando era in vita. La storia di Heron Badillo ha fatto il giro del mondo. Il bambino messicano è guarito dalla leucemia dopo un incontro col Papa allaeroporto; era il 1990. Tante sono le testimonianze di guarigioni, ma anche di maternità insperate e arrivate dopo aver pregato Giovanni Paolo II.
Il cardinale Dziwisz, per 40 anni al suo fianco, è stato testimone di eventi miracolosi. Come a Castel Gandolfo, nel 2002. Alla messa privata del Papa partecipa un signore americano, gravemente malato. Si accosta alla comunione, solo dopo si seppe che era ebreo. Nel giro di qualche ora il tumore era scomparso. O quella volta che un ragazzo polacco in carrozzella «è riuscito improvvisamente a camminare». Anche Sara è stata miracolata: Alì Agca dirà di avere sbagliato la mira, quel 13 maggio in piazza, perché il Papa aveva una bambina in braccio, era lei. Quella stessa piazza domenica, tra ingenti misure di sicurezza, ma anche tanta gioia, accoglierà di nuovo il suo Papa per elevarlo agli onori degli altari. I fedeli stanno già confluendo a Roma: 120mila sono i posti aggiuntivi previsti dalle Fs, rinforzate le linee aeree e le navi speciali.
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