Prove di centrodestra unito (e allargato alla società civile)

Al Marriott si riuniscono Forza Italia, Lega e Ncd. Due ipotesi diverse di alleanze Ma la novità è la partecipazione di volti dell'economia, della finanza e della cultura

Prove di centrodestra unito (e allargato alla società civile)

L'ora scelta è quasi da duello: le 9 e 30 di sabato mattina. Il luogo, l'Hotel Marriott, evoca infiniti incontri politici di quando il centrodestra era ancora il centrodestra. Forse i protagonisti non hanno (ancora) le stesse idee: c'è chi punta a un centro duro e puro come Maurizio Lupi (l'organizzatore) e chi invece a un allargamento a destra che abbracci Matteo Salvini, come Mariastella Gelmini e naturalmente Roberto Maroni. Ma in ogni caso Forza Italia, Ncd e Lega si danno appuntamento allo stesso convegno, «Insieme per Milano», e questo già significa qualcosa, in un momento che a livello nazionale è di distinguo, scomposizioni e ricomposizioni. In Lombardia l'alleanza tiene e soprattutto la caccia al sindaco è aperta. Oggi ci sarà anche l'ex governatore Roberto Formigoni. E l'ex sindaco Gabriele Albertini, simbolo di anni milanesi in cui il modello centrodestra più Lega era vincente, pur tra alti e bassi politici.

L'appuntamento è diplomaticamente diviso in due. A fianco di quella politica, ce n'è una che si chiama «Ascoltiamo Milano» e interroga industriali, intellettuali, banchieri. Tra di loro Paolo Del Debbio, giornalista e conduttore, ma soprattutto ex assessore comunale a Periferie e sicurezze con la prima giunta Albertini. Lui esclude candidature («vedo la politica come la sabbia negli occhi...»), ma ha idee chiare su come procedere per vincere e cioè scegliendo il cavallo vincente da contrapporre alla sinistra: «Se mettono Gabriele Albertini vincono al primo turno, Lupi ha chance se i magistrati non gli saltano addosso, Salvini è un candidato che può vincere. Il tipo di alleanza? ma che ce ne frega...». Insomma, puntare meno sul politichese e più sulla concretezza.

Negli obiettivi il convegno è un melting pot della Milano che produce, crea, finanzia, pensa e interpreta la società civile. Tra i relatori, intervistati dal giornalista Giangiacomo Schiavi, c'è il rettore del Politecnico, Giovanni Azzone, il presidente della Triennale e presidente Assimpredil, Claudio De Albertis, il ceo di Unicredit, Federico Ghizzoni, il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, il vicepresidente della Camera di commercio, Alberto Meomartini e il presidente della Fondazione Triulza (la casa della società civile Expo), Sergio Silvotti. Un parterre nel quale potrebbe persino nascondersi un futuro candidato a Palazzo Marino, se prevarrà l'ipotesi dell'uomo venuto dal lavoro.

Il suono politico del convegno è costruire un Manifesto per Milano 2016. Lupi in un'intervista al Corriere dei giorni scorsi metteva paletti dentro la Lega (sì a Maroni, no a Salvini) e dentro Forza Italia. Atteggiamento non gradito dalle parti azzurre. Mariastella Gelmini fa sapere che quest'idea del Maroni sì, Salvini no, e addirittura delle liste dentro Forza Italia, non le piace: «Sono per includere, aprire alla società civile e conquistare anche altri. Non mi piace dare pagelle: credo sia importante ritrovarsi tutti davanti a un progetto condiviso».

Maroni, pronto per l'appuntamento di stamattina, insiste che il modello lombardo sia il punto di riferimento per Milano 2016 e anzi per il futuro nazionale di alternativa a Renzi. «È il futuro della coalizione di centrodestra che passa da Milano» dice il presidente della Regione.

E ancora: «Ho interesse diretto come governatore che Milano torni al centrodestra: diventerebbe tutto più facile. Ma ho un interesse anche politico, perché il modello Lombardia con il centrodestra unito venga esteso anche altrove».

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