Provincia all’attacco «Il rilancio dell’aeroporto? L’unica prospettiva è liberalizzare le rotte»

Meno 27 per cento di prenotazioni alberghiere al welcom desk di Malpensa. Calo del 75 per cento dei servizi di noleggio auto con conducente sempre dall’hub lombardo. E, ancora, una perdita secca di 770 milioni di euro solo nel settore turistico. Effetti di Malpensa in serie B, secondo l’Unione del Commercio.
Ma Malpensa per le «imprese è un hub imprescindibile» fa sapere Apa-Confartigianato: «Declassare Malpensa significa incatenare lo sviluppo economico del Paese oltreché provocare un danno enorme alla fiera di Rho-Pero che nell’hub lombardo ha un punto di riferimento forte e imprescindibile». Virgolettato di Guido Cesati, segretario dell’associazione di categoria, che sintetizza il fronte del Nord che fa quadrato nella difesa di Malpensa: politici e sindacati, consumatori e imprese uniti contro «l’agonia dolorosa per l’aeroporto e per il territorio» e per «scongiurare un duro colpo all’economia e all’occupazione» come sostiene l’ordine del giorno sottoscritto dai protagonisti del Malpensa day voluto da Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano. Dibattiti e incontri nella sala Albinoni dello scalo varesino per lanciare un monito al Governo: no ai monopolisti, sì alla liberalizzazione dei voli.
Secondo Penati, Malpensa deve «tornare a essere un grande aeroporto internazionale» e «l’unica prospettiva di rilancio, ad oggi, è quella della liberalizzazione dei voli». Come dire: «Vanno rivisti gli accordi bilaterali in modo da consentire un regime di open sky con il più numero di Paesi possibili e tale da garantire ai vettori italiani e stranieri la possibilità di esercitare le rotte da Malpensa abbandonate dalla vecchia e dalla nuova Alitalia». Ma c’è pure il settore Cargo che provoca non poche preoccupazioni: «Occorre accelerare le autorizzazioni di chi vuole subentrare nella gestione ed evitare così il vuoto operativo» dichiara Penati che «vuole scongiurare un duro colpo allo sviluppo dell’economia e all’occupazione».

E mentre il gruppo provinciale di Forza Italia reclama «un presidente della Provincia che sappia fare gli interessi del nostro territorio e interloquire efficacemente con il Governo», da Fondazione Ambrosetti si fa sapere che qualora si andasse verso la liberalizzazione dei diritti di volo, nel giro di 10-15 anni si creerebbero 100mila nuovi posti di lavoro e un fatturato per l’area valutabile intorno a 11-12 miliardi di euro.

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