Provincia: assolti i fischi alla Moratti

Fabrizio Graffione

Nove voti a favore, tutti quelli della Casa della libertà con l'aggiunta del consigliere di maggioranza Annamaria Norero del Nuovo Psi; diciassette voti contrari, quelli del resto del centrosinistra.
Non è passata ieri pomeriggio in consiglio provinciale, a Genova, la mozione presentata dai gruppi della minoranza per la solidarietà all'ex ministro Letizia Moratti che lo scorso 25 aprile aveva subìto a Milano gli attacchi e i fischi dei no global durante la manifestazione nazionale per la liberazione. In sostanza, la provincia genovese non ha voluto condannare ufficialmente quegli atti di intolleranza degli estremisti di sinistra, giustificandosi con la scusa che ritornare sull'episodio senza una profonda riflessione significherebbe soltanto strumentalizzare ancora l'episodio.
Dall'altra parte c'è stata invece la reazione dai banchi del centrodestra con Roberto Bagnasco, Augusto Sartori, Lorenzo Zito, Andrea Cuneo e Agostino Bozzo che hanno risposto di non essere dello stesso parere e chiedendo una posizione ufficiale contro il vergognoso comportamento dei contestatori. In particolare c'è stato il passionale intervento di Zito, il vicecapogruppo di Forza Italia, che ha parlato oltre dieci minuti scagliandosi contro Rifondazione comunista, la sinistra e i no global.
«Non c'è stato nessun rispetto - spiega Zito - di un ministro, di una donna e delle istituzioni durante la manifestazione milanese del 25 aprile che invece doveva essere un momento di unità nazionale. È stato grave anche avere costretto un ex deportato, il padre della Moratti, ad abbandonare il corteo. È stato un tranello della sinistra piazzaiola che ha mostrato il suo vero volto ipocrita, prepotente, arrogante e ignorante dei concetti basilari della civiltà e del rispetto altrui. Si è voluto trasformare un evento di tutti gli italiani in una iniziativa privata e partitica soltanto di alcuni, senza tenere conto dei sentimenti e delle sensibilità dei cittadini moderati che volevano testimoniare la loro gioia e passione per la libertà. Abbiamo assistito ad un rozzo spettacolo di chi ha ritenuto di potere impedire agli altri di impegnarsi anche in piazza per la democrazia, volendo dettare le proprie convinzioni e ricorrendo all'utilizzo dell'intolleranza. È scandaloso, inoltre, che durante la discussione di una mozione così importante il presidente della Provincia, nel suo ruolo istituzionale, abbia abbandonato l'aula dall'inizio alla fine, salvo rientrare all'ultimo momento per votare contro».
Alle polemiche, soprattutto sul presidente Repetto, ha risposto l'assessore all'Istruzione Eugenio Massolo con un intervento di replica ai consiglieri di minoranza.
«Repetto si è dovuto assentare soltanto per motivi di lavoro istituzionale - dice Massolo - avendo preso alcuni impegni nella sala attigua a quella del consiglio provinciale. Non si è quindi assentato, ma anzi ha seguito e ascoltato attraverso gli altoparlanti posizionati nella sala d'ingresso il dibattito in aula. Il suo alzarsi dalla poltrona non è stato certo un gesto polemico o provocatorio».


«Riguardo la mozione - continua Massolo - ho spiegato che su questi tristi episodi non bisogna fare strumentalizzazioni, nè usi elettorali. Se l'ex ministro o Berlusconi venissero a Genova per una manifestazione di unità nazionale come quella, io li applaudirei invece di fischiarli».

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