Provincia, bagarre sulla scuola

Provincia, bagarre sulla scuola

«Noi non ce l'abbiamo con la Provincia, che non ha toccato il piano scolastico, ma con la Regione, che invece è intervenuta per ragioni squisitamente politiche a favore di altri cittadini stravolgendo gli equilibri. Tanto che gli istituti Bertani e Ruffini in futuro rischiano di chiudere». Sono arrabbiati. Sono una ventina di genitori, che ieri in consiglio provinciale hanno assistito alla bagarre sul dimensionamento scolastico degli istituti del centro città, fra cui il Cassini e il Da Vinci. Preoccupati, ma anche «fiduciosi» dell'udienza che stamane è in programma al Tar e che dovrebbe dare ragione, o torto, ai quattromila firmatari degli otto ricorsi contro i provvedimenti assunti dalle amministrazioni pubbliche sullo scorporo della scuola.
Intanto ieri sera, dopo tre ore di assemblea dedicata alla scuola, sono rimasti fino alla fine per parlare anche con il presidente della commissione provinciale Di Tullio e per ottenere una promessa di buona volontà per la rielaborazione del piano. In aula è comunque passato l'ordine del giorno del centrosinistra in cui si impegna in questo senso il presidente provinciale Alessandro Repetto. Durante il dibattito, però, c'è stata un'accesa bagarre fra i banchi della maggioranza e della minoranza. Il capogruppo Pd Gabriele Gronda ha accusato il centrodestra di fare demagogia e passerelle raccontando storie alla Topolino, riferendosi proprio al personaggio di Walt Disney. Uno schiaffo per il Pdl che non è andato proprio giù a tutti i componenti dell'opposizione. Tanto che il primo a abbandonare l'aula per protesta è stato il rappresentante della Lista Biasotti Massimo Pernigotti. Insieme a lui se ne sono andati anche gli altri, tranne Mario Maggi di Forza Italia che ha fortemente polemizzato sia con Gronda, sia con il presidente Repetto, ma è rimasto al suo posto per esprimere il voto contrario. Hanno votato no anche i tre rappresentanti dell'Udc.
«Abbiamo semplicemente espresso i problemi -ha detto Pernigotti- indicati da alcuni di quei quattromila genitori che hanno fatto ricorso al Tar. Non si possono offendere i cittadini e paragonare il resoconto del centrodestra alle storie di Topolino».

«Si è trattato di una passerella dell'opposizione - ha insistito il vicecapogruppo Pd Francesco Chiantìa - per fare vedere al pubblico che loro sull'argomento ci sono. L'iter, in realtà, è stato ampliamente e correttamente espletato».

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