«Questo Paese non è riformabile». Oppure: «In Italia troppe resistenze a qualsiasi riforma». Lo scrivono celebrati commentatori e illustri editorialisti ma ormai lo ripete anche la sciura Maria alla cassa del supermercato, tanto è evidente questa maledizione che ci affligge. L'esempio più sfacciato? La diabolica capacità di sopravvivenza delle inutilissime province, bersaglio tra i preferiti (e tra i più facili) di saggisti e imbonitori contro le varie «caste», ma anche enti ufficialmente destinati all'estinzione nel programma dell'attuale governo. E invece no: le inutilissime province restano lì e guai a chi le tocca. Anzi, «se noi della Lega diciamo che le province non si aboliranno, non si aboliranno», intima perentorio il ministro dell'Interno Maroni.
Perché? Lui dice perché fanno parte del «mondo delle autonomie» ma la gente pensa: «perché sono posti e poltrone da spartire». E le promesse elettorali di qualche mese fa? Chissenefrega! Ma sapete quanto tempo fa ci fu promessa l'abolizione (...)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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