Filippo Penati non «licenzia» lala sinistra. Ridà fiducia allassessore defenestrato Giansandro Barzaghi, «oggi riavrà le deleghe allIstruzione e allEdilizia scolastica», e garantisce che «unaltra maggioranza non cè».
Finisce a tarallucci e vino lennesima crisi politica di via Vivaio: anche stavolta per il presidente Penati che non ha avuto il coraggio di andare sino in fondo, parola di Roberto Caputo (Sdi), è «pace armata». È evidente che già sul bilancio la sinistra radicale alzerà nuovamente il livello dello scontro, nonostante limpegno preso da Rifondazione comunista di non rompere più.
Garanzia difficile da mantenere, chiosa Bruno Dapei (Fi): «Impensabile che Nello Patta, segretario provinciale Prc e consigliere provinciale, sia in grado di obbligare i suoi ad alzare la manina per votare interventi su Asam o su BreBeMi e Tem». Valutazione che il capogruppo azzurro accompagna con alcuni virgolettati apparsi su un bollettino interno del gruppo provinciale di Rifondazione, dove nero su bianco è espresso il "no" alle infrastrutture reclamate dai milanesi.
«Anche Penati ne è consapevole» aggiunge Giovanni De Nicola (An): «Il presidente sa di avere in consiglio undici consiglieri su venticinque che remano contro. Sa che la sua politica sulla sicurezza è sgradita ai consiglieri, nessuno escluso, del Prc, Pdci, Verdi e Sinistra democratica. Perché allora sto rattoppo? Per Penati sarebbe indigesto tornare alle urne, cè una batosta dietro langolo e il maquillage del vecchio Ulivo al Nord non avrebbe più presa». E il vertice della maggioranza di ieri pomeriggio - capigruppo e segretari provinciali - lo sa bene, come pure sa Penati che per Rifondazione sarebbe stato un bel problemino sostituire il compagno Barzaghi: questione di equilibri interni di una segreteria che - fuori Barzaghi dalla giunta e dentro Gianni Occhi o il giovane Matteo Prencipe - sarebbe andata a rotoli.
Chiaro, quindi, che Penati ha «ritenuto molto soddisfacente» la lettera di scuse firmata da Barzaghi - «buona lultima epistola di quattro», confidano i collaboratori di Penati - fingendo quindi di credere che non esisterebbe «un coordinamento degli assessori o dei consiglieri facenti riferimento alla sinistra alternativa». Ma carta canta e Forza Italia sbandiera quellannotazione dellassessore Paolo Matteucci dove parla di «coordinamento» non per controllare il presidente della Provincia «bensì il consiglio comunale».
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