Se in consiglio comunale, l'altro giorno, si è discusso sulla ricorrenza dell'evento clou che ha portato poi all'unione delle due Germanie, in Provincia il muro di Berlino non crolla.
Ieri sera a dare una spallata, con un ordine del giorno, ci hanno provato i consiglieri di opposizione e quelli dell'Udc, ma senza successo. Il documento del Pdl è stato respinto soltanto perché è stato presentato all'assemblea all'ultimo momento senza preventivamente sottoporlo alla conferenza dei capigruppo. L'opposizione aveva chiesto, sostanzialmente, di ricordare il 9 novembre celebrando il giorno della libertà attraverso un percorso che coinvolgesse pure i giovani delle scuole genovesi. E con approfondimenti per sensibilizzare i cittadini sul significato del «Muro di Berlino» quale simbolo di intolleranza e oppressione con il fine di ricordare una pagina della storia d'Europa con l'auspicio che non vi sia più bisogno di erigere muri tra popoli. Nell'ordine del giorno l'opposizione ha chiesto anche di organizzare una manifestazione con elaborati fra gli studenti e di premiare quelli più meritevoli.
«Vista la valenza simbolica - spiega il capogruppo Pdl Rotunno - di questa iniziativa volevamo un impegno della giunta Repetto a organizzare queste manifestazioni. Ancora una volta, invece, si è dimostrato come la maggioranza sia insensibile alle nostre proposte e come dia ancora fastidio parlare di quei muri fisici e non fisici che i regimi totalitari comunisti hanno voluto e continuano a erigere per dividere i popoli».
«Sul merito dell'iniziativa siamo d'accordo - ribatte il vicecapogruppo Pd Chiantìa - ci mancherebbe. È inutile polemizzare. Noi non siamo per la divisione dei popoli, ma per la democrazia. L'ordine del giorno non è stato discusso per un fatto tecnico. Il documento ci è stato consegnato dall'opposizione all'ultimo momento durante l'assemblea consiliare. Non ci sembrava che esistessero le condizioni per l'urgenza e per stravolgere l'iter burocratico finora seguito per tutti gli ordini del giorno, interpellanze e mozioni da discutere in consiglio provinciale. Non volevamo, in sostanza, rompere l'iter delle procedure per un motivo del genere».
«Evidentemente - dice Maggi del Pdl - c'è ancora il timore, da parte della sinistra, di confrontarsi sull'argomento. E l'assenza, rispetto alla questione, della giunta Repetto fa pensare.
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