Non vedevamo lora. Diciamo la verità: è stata dura tutta lestate senza Casa. Con la maiuscola, beninteso. Già in settembre abbiamo dovuto subire laffondamento, addirittura prima del varo, della Tribù di Italia 1. Ma ora le sofferenze sono finite. I milioni di tifosi, macché Milan e Juve, sanno bene che domani sera si ricomincia. I pochi altri che invece, per disattenzione o peggio per disprezzo (eh sì, purtroppo ce ne sono, ce ne sono) non sanno, o fingono di non sapere, che il Grande Fratello è giunto alledizione numero 10 se ne faranno una ragione.
La lunga, interminabile attesa, è stata compensata da un risarcimento, per così dire in natura. Il nuovo GF durerà infatti cinque mesi, per concludersi in febbraio. Sedici puntate che riempiranno i lunedì di Canale 5 e i cuori degli spettatori più sensibili. Tre ore e mezzo alla settimana non possono certo bastare a farci conoscere bene i quaranta concorrenti, aspiranti eredi degli indimenticabili Cristina Plevani, Flavio Montrucchio, Floriana Secondi e via elencando i magnifici nove vincitori delle passate edizioni. Ecco quindi, come già accaduto con grande successo in passato, sparsi sul palinsesto di Canale 5 pillole, riepiloghi, strisce, contributi. Una simpatica invasione, che troverà largo spazio, come è giusto, anche nei Tg di Mediaset: che diamine, mica si può andare avanti solo a colpi di Marrazzo e Garlasco.
Una fetta di pubblico, certo rosa dallinvidia, insinua che i dialoghi allinterno della Casa, ora toccanti, ora rudi, siano pilotati dagli autori. E qui casca lasino: non esistono sceneggiatori al mondo, se non forse Federico Moccia, daltronde ormai impegnato nellalta letteratura e nel cinema dessai, capaci di scrivere con tanta abilità conversazioni così profonde, che solo a unanalisi superficiale possono sembrare incommensurabili scemenze. Un altro manipolo di dissidenti del video, ma forse sono sempre gli stessi, non tollera che gli abitanti della Casa siano chiamati reclusi.
Ma la notizia più bella è che ci sarà la diretta la sera del 24 e del 31 dicembre, anche se sono due giovedì. Era ora di finirla con il presepe e la tombola. Costretti per troppi anni a brindare con i musi lunghi di Scalfaro, Ciampi e Napolitano, stapperemo lo champagne davanti alla minigonna della Marcuzzi.
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