Roma - Con l’ultimo intervento del governo, la manovra-bis dispiega un intervento da record sui conti pubblici: la correzione vale infatti 54 miliardi e 200 milioni di euro. Ai 49,8 miliardi indicati nella relazione tecnica al decreto del 13 agosto scorso vanno aggiunti infatti i 4,4 miliardi del maxi-emendamento. Nessuno aveva fatto di più, nemmeno Giuliano Amato con l’ormai famosa manovra 1992 da 96 mila miliardi di vecchie lire. Solo per fare un esempio, l’anno dell’«eurotassa» - l’imposta straordinaria per consentire all’Italia di centrare l’obiettivo della moneta unica fin dall’inizio - vide una manovra da 62mila miliardi di lire.
Delle ultime modifiche, la più sostanziosa è l’aumento dell’Iva ordinaria dal 20 al 21%, che da solo vale circa 4,2 miliardi a regime (per la precisione arriveranno 700 milioni già quest’anno e 4.236 a partire dal 2012). Il contributo di solidarietà a carico di chi dichiara più di 300mila euro all’anno è un intervento di equità piuttosto che diretto a far cassa: non dovrebbe assicurare più di 200 milioni. Anche l’anticipo dell’età pensionabile per la lavoratrici del settore privato avrà un impatto minimo, perché dovrebbe portare 112 milioni nel 2014. Certo, in prospettiva i risparmi di spesa previdenziale saranno ben più elevati: a regime, cioè nel 2026, dovrebbe essere pari a oltre 2 miliardi all’anno. L’aumento dell’età pensionabile è molto graduale: un mese nel primo anno, due mesi nel secondo, tre mesi nel terzo e così via. Sono confermate, inoltre, le aliquote dell’addizionale comunale Irpef differenziate per scaglioni di reddito.
Le modifiche costituzionali, che prevedono l’obbligo del pareggio di bilancio e l’abolizione delle Province, non hanno effetto sui saldi; tuttavia inviano un segnale importante per il futuro. Non è casuale che il commissario Ue all’Economia Olli Rehn, nel giudicare in maniera molto positiva le ultime decisioni del governo, citi proprio il pareggio di bilancio come una delle misure che «contribuiranno a rafforzare la fiducia sull’economia italiana».
Oltre che in una rapida approvazione parlamentare della manovra, ora Bruxelles spera in un pacchetto di misure per favorire la crescita.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.