Gli americani sono fissati con i laboratori. E qualche volta ci mettono dentro anche la nostra testa. Un gruppo di economisti del comportamento sta cercando di capire per quale dannato motivo gli uomini si comportino da uomini. E cioè tendano a fare ciò che si dovrebbe fare oggi, domani. A procrastinare. Uno studioso ha preso un gruppo misto di americani. E ha chiesto loro se preferissero 100 dollari oggi, oppure 110 domani. La maggior parte ha scelto di portarsi tutto subito a casa. Al medesimo gruppo è stata poi sottoposta un'altra scelta. Volete 100 dollari tra un mese, oppure 110 tra un mese e un giorno. L'esito si è ribaltato. La maggioranza degli intervistati ha preferito l'opzione con 10 dollari in più. Pur non cambiando la sostanza dell'offerta. Con un solo giorno di attesa si sarebbe comunque guadagnato di più. La morale è che siamo piuttosto bravi a fare delle scelte per il futuro, ma più ci avviciniamo all'oggi, più perdiamo di vista la cosa buona da fare. Lo stesso esperimento si sarebbe potuto applicare ai nostri politici. La teoria economica si è concentrata sulla scuola dei cicli economici per cui più si è lontani dalla rielezione, più si fanno quelle riforme impopolari ma necessarie che la realtà richiede. Il caso italiano farebbe pensare che ci sia qualcosa di più simile all'esperimento dei 10 dollari. Anche un governo di centrodestra preferisce recuperare subito i 100 dollari ( rinunciando a 10) aumentando le imposte (e facendo male al proprio elettore) piuttosto che tagliando le spese. Cosa che porterebbe un beneficio superiore, ma più avanti nel tempo. Uno psicologo dell'Mit ha dato una serie di compiti a un gruppo di studenti. E ha chiesto loro di consegnare i lavori dopo un anno. Gli studenti avevano la facoltà di darsi delle scadenze all'interno dell'anno per la consegna di una parte del lavoro: potevano autoregolarsi. Le opzioni erano due: consegno tutto alla fine. Oppure consegnare x dopo sei mesi e y alla fine del termine. Questa seconda opzione non dava agli studenti alcun vantaggio, ma solo il rischio che se non avessero rispettato i termini che si erano autoimposti, avrebbero fallito. Ebbene, nonostante il maggior rischio che correvano, la maggioranza degli studenti si è voluta dare delle scadenze, non si fidavano di loro stessi: si davano dei vincoli esterni da rispettare. Più o meno è quanto si vuole fare con la proposta dell'Istituto Bruno Leoni: dare dei vincoli precisi alla spesa pubblica e al pareggio di bilancio in costituzione. Imbrigliare i nostri politici al suo rispetto. In questo caso il laboratorio italiano è a prova di Mit. I politici italiani fingono di accettare la proposta: ma solo nella parte a loro più congeniale. Sì al pareggio di bilancio, no al limite della spesa pubblica. Converrebbe ricordarsi che i nostri politici hanno comportamenti umani molto simili a quelli nostri e che talvolta sia possibile sostituire la macroeconomia con lo studio dei comportamenti umani. Tendiamo a ritardare i compiti spiacevoli, a consegnarli in ritardo e a procrastinare. E quando ci diamo in buona fede dei vincoliesterni che ci leghino al ben fare, tendiamo ad aggirarli. Perché un politico dovrebbe comportarsi diversamente da uno studente dell'Mit? Ps. L'incontro tra Berlusconi e Jibril è andato davvero bene. Soprattutto perché non ci sono stati infingimenti sulla passata e manifesta amicizia del Cav con Gheddafi. Il leader del consiglio transitorio libico nel suo perfetto inglese ha infatti detto esplicitamente di aver capito l'iniziale titubanza dell'Italia basata sulla lealtà al vecchio amico, ma di aver apprezzato poi la scelta di appoggiare senza indugio il popolo libico. Berlusconi si sarà tolto un peso, e da qual momento ha dato «consigli non richiesti» al suo attento interlocutore, dotato di blocchetto notes. Il primo. «Siate generosi coi vinti», che forse però dovrebbe rivolgere agli alleati più che ai libici.
Il secondo: «Attenti a non fare come in Irak, dove per fare repulisti è stato smontato l'apparato statale. E per ricostruirlo ci vogliono anni». Al tavolo ad e presidente dell'Eni. Che non stanno perdendo un attimo, per riportare i rapporti commerciali alla loro normalità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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