È psicosi influenza ma il vero pericolo è il contagio della Tbc

Dopo i primi morti a causa di complicazioni dovute all’influenza, tra i milanesi è scattato il panico. Ma i medici garantiscono: «Non c’è nessun allarme e i numeri sono nella norma». A far veramente paura sono altri tipi di virus, a cominciare dall’Aids e dalla tubercolosi. Questi sì che fanno registrare numeri di decessi agghiaccianti. Basti pensare che la Tbc, malattia che sembrava relegata al secolo scorso, a Milano conta più di 400 casi ogni anno, tre volte tanto rispetto alla media italiana. In Lombardia i contagi oscillano tra i mille e i 1200. A dirla tutta, non si riesce nemmeno a stabilire un numero preciso dei casi. «A Milano e provincia - spiega l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - ogni 100mila abitanti si verificano 25 nuovi casi all’anno di Tbc. Un’incidenza assai superiore rispetto al resto d’Italia. Ed è molto probabile che si tratti di una sottostima, dal momento che non tutti i casi vengono denunciati, soprattutto se si tratta di immigrati irregolari». Per incoraggiare gli stranieri a rischio a farsi visitare, l’ambulatorio dell’Opera San Francesco ha promosso il progetto «Immigrazione sana»: un test agli immigrati senza verificare né denunciare la loro provenienza o l’irregolarità dei loro documenti.

In questo modo è stato ottenuto un discreto risultato, dimezzando la percentuale dei «malati latitanti» che a catena avrebbero corso il rischio di contagiare altre persone. Eppure la tubercolosi serpeggia anche tra i banchi delle scuole: l’anno scorso sono stati registrati più di dieci casi in pochi mesi e non sempre si trattava di bambini immigrati arrivati da poco in Italia.

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