La Pubblica amministrazione che cambia

Più interazione tra pubblico e privato

Il titolo la dice già tutta sul principale obiettivo di Com-Pa 2008, l’edizione del Salone europeo della comunicazione pubblica, dei servizi al cittadino e alle imprese in programma dal 21 al 23 ottobre a Fieramilano. «Vincere la sindrome del freno - spiega Stefano Rolando, segretario generale della Fondazione Iulm e presidente del Comitato di programma che ha strutturato l’evento - è un concetto che si ricollega alla filosofia di trasformazione che anima in questo momento la pubblica amministrazione».
Di quale freno stiamo parlando? «Negli ultimi anni, e l’ha confermato un rapporto del ministero degli Esteri, il sistema delle imprese del nostro Paese ha identificato nelle inefficienze della Pubblica amministrazione una delle cause principali che inibiscono l’arrivo di investimenti internazionali in Italia. Per la Pa è uno schiaffo. In tutto il mondo la pubblica amministrazione è credibile solo quando la sua utenza, che sono i cittadini e le imprese, glielo riconoscono. Per le istituzioni è il momento di tornare ad avere il grazie del cittadino. In realtà ci sono aree in questo è sempre avvenuto. Ora l’obiettivo è che tutta la Pa nel suo complesso raggiunga quella condizione per cui, per esempio, tutte le imprese riconoscano alla Pa un aiuto a sostenere la capacità competitiva». Perché questo sia possibile è necessaria una trasformazione della Pa che la veda impegnata nell’adozione delle migliori prassi (best practice). «In questo contesto - continua Rolando - la leva comunicativa non è il lancio di messaggi esibizionistici. Diamo per scontato che esiste una legge (la 150, che impone alla Pa determinate forme di comunicazione e relazioni con l’utenza, ndr.) che va applicata, e focalizziamoci sugli effetti che la comunicazione della Pa ha sulla società. Non è più il tempo di atteggiamenti contemplativi, ma di sforzarsi sul migliorare l’interazione tra pubblico e privato». Un’interazione che significa definire un nuovo perimetro di dialogo di comunicazione tra soggetti diversi. E che il Comitato di programma del Salone ha identifica in «pubblica utilità».
«Finora si è parlato di comunicazione pubblica e privata come realtà contrapposte, la prima finalizzata a spiegare leggi e la seconda a vendere prodotti. In realtà attraverso i loro atti e le loro interazioni sia la Pa sia le imprese e le associazioni perseguono obiettivi di pubblica utilità».

In questo contesto «pubblico» non è più un aggettivo che può essere riferito solo allo Stato, ma del quale sono espressione tutti i soggetti che, anche in un’ottica di sussidiarietà, si mettono al servizio di cause sia pubbliche sia private. In altre parole la Pa, le imprese, le associazioni e persino i singoli cittadini.

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