«Pubblici esercizi, una legge copiata dalla mia»

«La proposta di legge approvata ieri (martedì, ndr) dalla Giunta regionale che introduce nuove regole per i pubblici esercizi, rappresenta un salto di qualità nella capacità di esercitare con diligenza e metodo la difficile arte di copiare i compiti altrui e magari avanzare primogeniture che tali non sono, da primi della classe». È questo il commento di Francesco Saponaro, presidente della Commissione Affari Costituzionali e Statuto della Regione Lazio ed ex assessore regionale al Commercio. «La proposta di legge sui pubblici esercizi - prosegue Saponaro - altro non è che la brutta copia di quanto da me ipotizzato da lungo tempo, con una analoga proposta di legge a mia firma (la numero 111 del 26/1/2006), che ancora oggi giace in consiglio e il sospetto che sia rimasta “ferma” per dare modo all’attuale maggioranza di rimescolare le carte, è forte». «Le mie perplessità - prosegue Saponaro - tuttavia si soffermano su alcuni passaggi della proposta della giunta, laddove, per esempio, si parla della concertazione del provvedimento, che ha trovato subito l’opposizione del presidente dell’Assoristoranti-Confcommercio; o nel provvedimento che riguarda le “distanze minime tra gli esercizi” le cui regole sono già disciplinate dalla legge in vigore. Inoltre, in merito alla ventilata sussidiarietà della legge, ricordo che l’attuale normativa, comunque, già demanda ai Comuni la programmazione per l’insediamento delle attività di somministrazione, così come non vi è alcuna novità sul rilascio delle licenze che non è subordinato all’effettivo possesso dei locali».

«Infine - conclude Saponaro - una menzione a parte merita il capitolo riguardante “la formazione e aggiornamento” degli operatori: chi va a dire al ristoratore con le stelle Michelin che deve sentirsi dire come si gestisce l’attività? Per fortuna settembre, che è il mese di riparazione degli esami, non è lontano ma c’è ancora tempo, per la giunta, per rimediare».

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