Politica

Pubblico impiego stasera vertice esecutivo-sindacati

da Roma

Il governo mette a punto gli ultimi dettagli in vista del vertice con i sindacati di questa sera sul rinnovo del contratto nel pubblico impiego. È possibile che l’esecutivo proponga alle parti sociali aumenti di stipendio superiori ai 95 euro previsti in cambio dell’allungamento della durata del contratto da 2 a 3 anni, di una riduzione degli organici di 50-60mila unità nel triennio e di remunerazioni basate sulla produttività. Ma su queste ipotesi, già c’è l’altolà dei sindacati.
Il sottosegretario a Palazzo Chigi, Gianni Letta e i ministri economici, insieme al vicepremier, Giulio Tremonti, si sono riuniti ieri sera per mettere a punto la strategia da presentare questa sera alle parti sociali. Il governo potrebbe superare il tetto di aumenti per gli statali di 95 euro lordi medi mensili a patto che venga allungata la vigenza contrattuale a 3 anni e, come ventilato dallo stesso premier Berlusconi, una riduzione di 50mila statali nel prossimo triennio. Il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, spiega che «nel biennio 2003-2004, già c’è stata una riduzione di 50mila dipendenti attraverso il blocco delle assunzioni, ed è la prima volta che è stata attuata una riduzione di questo tipo». L’obiettivo, quindi, sarebbe quello di un taglio complessivo tra tre anni di 100mila lavoratori. Gli incrementi salariali, inoltre, sarebbero legati a indicatori di produttività e qualità.
Al termine della riunione a Palazzo Chigi, il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, non è voluto scendere nel dettaglio della proposta che verrà formalizzata questa sera. Ha solo precisato che è stato «preparato un ragionamento da presentare al tavolo con i sindacati». Ma Cgil, Cisl e Uil alzano le barricate. Dicono che il rinnovo in questione riguarda il biennio economico e che l’eventuale revisione delle regole contrattuali non è oggetto di questa trattativa. Carlo Podda della Cgil parla di ipotesi «inaccettabile e fuori dal mondo. Sono condizioni ostative a un’intesa, se è così tanto varrebbe non aprire nemmeno il tavolo». Rino Tarelli della Cisl dice che si sta aprendo «un nuovo capitolo di sciocchezze. L’aumento della produttività non si improvvisa ma va programmato e poi verificato». Antonio Foccillo della Uil, ricorda che «deve essere chiuso un biennio economico. C’è una mediazione sul tavolo, non una proposta: la consideriamo una base di partenza».

E, poi, aggiunge che «i soldi a disposizione sono già pochi per due anni figuriamoci per tre».

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