Il pulpito da cui predica Hermes

Enrico Bondi, scriveva ieri il Sole-24 ore, ha intentato una causa per danni nei confronti del fondo inglese Hermes. Il numero uno della Parmalat chiede 5 miliardi. Nel dicembre del 2002, esattamente un anno prima del crack, il fondo aveva denunciato al collegio sindacale di Parmalat l’esistenza di alcune pesanti anomalie. Eppure il fondo si accontentò delle risposte di comodo di Collecchio, non fece baccano in assemblea, ma uscì, denuncia Bondi, poco prima del tracollo azionario. La giustizia si occuperà del caso. Il fondo Hermes è lo stesso che in questi giorni ha chiesto e ottenuto che Italmobiliare inserisse all’ordine del giorno della prossima assemblea la trasformazione delle azioni di risparmio in ordinarie alla pari. Hermes ha un bel pacco di azioni di risparmio e la sua legittima convenienza nell’operazione. Ecco, il punto è questo. I fondi attivisti entrano nelle aziende e cercano, come è normale, di massimizzare il proprio investimento.

Le loro richieste troppo spesso hanno però quel sapore moralistico, quel gusto anglosassone di spiegare alla corporate Italia come ci si comporti. Non è dato sapere come finirà la causa con Parmalat, ma verrebbe da dire ad Hermes, da qual pulpito viene la predica.

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