Il principio dell'anzianità di residenza diventa «a parità di bisogno», criterio determinante per regolare laccesso ai servizi sociali del comune di Milano. Il nuovo regolamento, votato ieri dallaula con 20 voti a favore e 14 contrari, contiene una clausola per cui «a parità di intensità di bisogno prevale l'anzianità di residenza del soggetto o del nucleo familiare richiedente». La novità è stata introdotta da un emendamento presentato da Laura Molteni della Lega Nord. Secondo Marilena Adamo (Ds) «lemendamento leghista introduce una clausola incivile che cerca di discriminare i cittadini extracomunitari regolari», e il capogruppo della Margherita prevede «ricorsi dei sindacati contro la nuova norma assolutamente discriminatoria». Bocciata invece la richiesta, sempre del Carroccio, di limitare il «diritto di usufruire degli interventi e dei servizi sociali», per quanto riguarda «gli apolidi, i profughi, i richiedenti asilo politico e i rifugiati» solo ai «presenti sul territorio comunale con valido permesso di soggiorno rilasciato dalla questura di Milano». Per il consigliere leghista Ettore Tenconi «così si aprirà la porta a tante via Lecco».
Per questo motivo al momento del voto finale sul regolamento Tenconi ha scelto di uscire dallaula e Molteni si è astenuta.Soddisfatta dellapprovazione lassessore alle Politiche sociali Tiziana Maiolo: «Milano si conferma città dellaccoglienza e della solidarietà. Dispiace che si sia persa loccasione per un voto unanime».
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