Lapprovazione da parte del Cipe di infrastrutture pubbliche per 11 miliardi, cui si aggiungono programmi autostradali per 9 miliardi finanziati dai privati, può dare un buon contributo alla crescita del Pil, che è stata debole nellultimo decennio. Secondo tutte le istituzioni internazionali, con una maggior crescita potremo migliorare prima e più facilmente i conti pubblici e ridurre il rapporto tra debito pubblico e prodotto nazionale. E lelevato rapporto tra debito e Pil, attualmente sul 115%, si abbassa sia riducendo il deficit di bilancio, in modo che il debito in essere, in percentuale, cresca poco, e sia aumentando il Pil, così che esso, in percentuale, cresca più del deficit.
Le spese per infrastrutture servono ad accrescere il Pil nellimmediato e nel futuro. Lo fanno nellimmediato perché lapertura dei cantieri mobilita le imprese edili, meccaniche ed elettromeccaniche, del cemento, e di molti altri settori. Essa dà luogo a occupazione riducendo la disoccupazione e il costo della cassa integrazione. I nuovi occupati spendono per i consumi e ciò genera altra crescita. Il traino alleconomia, che così si ottiene, opera oltreché nellimmediato, nel medio termine perché si tratta di lavori che si protraggono nel tempo (molte volte troppo). Ma ciò sarebbe malsano se si trattasse di opere inutili o di sprechi. Alcune di quelle per festeggiare lUnità di Italia mi pare siano di questo genere: e né Cavour né Quintino Sella, grandi fautori della politica di infrastrutture, le avrebbero approvate. Ma le infrastrutture sbloccate dal Cipe servono per accrescere la produttività, ampliare mercati internazionali, favorire i flussi turistici. Quindi, per generare nuovo Pil.
Basta scorrere lelenco delle opere approvate per rendersene conto. Così il potenziamento della linea ferroviaria Rho-Gallarate, indispensabile per migliorare gli spostamenti di merci e persone verso il Nord di Europa, le linee metrò per lExpo Milano 2015, il collegamento tra il porto di Ancona e la grande viabilità, lAlta velocità Alta Capacità Milano-Genova e Treviglio-Brescia, il traforo del Brennero, lautostrada Cecina-Civitavecchia; e un ulteriore stanziamento per leterna Salerno-Reggio Calabria, campionessa di lentezza (non cè incentivo a ridurre i tempi morti, perché è gratuita e statale e i ritardi non comportano mancati introiti per pedaggi). La crescita del nostro Pil nel primo trimestre è stata dello 0,5% sullultimo del 2009, contro lo 0,2 medio europeo e dellEurozona. Solo Portogallo, Ungheria e Slovacchia hanno avuto una crescita maggiore. Siamo andati meglio di tutti gli Stati industrialmente importanti dellEuropa. E secondo Emma Marcegaglia i dati sono favorevoli anche per aprile, quindi la Confindustria ritiene che questanno potremo crescere dello 1,2%, contro la previsione del Fondo monetario che ci dà solo lo 0,8%. Si tratta di un buon inizio. Ma abbiano perso, nel biennio, il 6,3% del Pil. E quindi occorrerà accelerare il passo. Serve, dunque, un patto per la crescita e loccupazione, in cui si impegnino governo, sindacati, imprese (ora accanto a Confindustria e Confapi cè Rete Imprese Italia che raccoglie le piccole aziende dellartigianato e del commercio). Il programma infrastrutture è un primo passo.
Ma occorre maggior flessibilità nel settore del lavoro, legando di più le retribuzioni alla produttività. Occorre prudenza nel rinnovo dei contratti. Ci vuole minore evasione fiscale e minor occultamento allestero di capitali. E bisogna tagliare le spese pubbliche, per poi ridurre le imposte.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.