Sport

Putin: se risparmio compro una squadra E ora a Bari sognano la rivoluzione russa

Cene segrete, un magnate dell’acciaio, San Nicola e i Matarrese: ecco l’intrigo

Bari si eccita: i russi, Putin, Prodi, San Nicola, i Matarrese. Affari, fede e calcio. Ci sono voci e trattative concrete, battute e incontri veri, personaggi reali e tycoon nell’ombra.
Vladimir Putin ieri ha scherzato: «Se riesco a risparmiare, mi compro una squadra di calcio». Non ha citato il alcun club, ma ha parlato a Bari. Un caso, forse. O forse no. Perché a Bari gli spifferi raccontano di cene segrete e di interessi di un gruppo di imprenditori russi. È un anno che se ne parla, da quando due signori moscoviti finirono la loro visita alla città a casa della mamma del sindaco Michele Emiliano. Si parlava di affari, di turismo, di scambi commerciali. Di calcio ufficialmente no. Ora è di nuovo tutto in discussione: i Matarrese hanno annunciato la volontà di vendere il club alla fine del campionato e così l’incontro di un anno fa è tornato nell’aria. La voce s’ingrossa e spinge Bari a sognare la rivoluzione russa: da sei mesi una compagnia low cost ha organizzato un volo Bari-Mosca che improvvisamente ha alimentato turismo e affari. I due personaggi moscoviti invitati a cena dal sindaco di Bari, poi, sarebbero i portavoce del tycoon Oleg Deripaska, il più ricco tra gli oligarchi russi. Indiscrezioni e mezze verità sufficienti a immaginare un futuro straniero. Martedì, nella curva degli ultrà baresi è comparso persino uno striscione in cirillico: «Russi compratevi il Bari». Lo stesso slogan e stesso striscione hanno accompagnato ieri il corteo di Putin. Il presidente s’è informato: il Bari? Il premier Romano Prodi è stato impietoso: «Mah... mentre la città è molto bella la squadra è un po’ scarsa». Vero: non vede la serie A da quattro anni, scivola lentamente verso l’anonimato, con una media di duemila spettatori scarsi a partita. Lotta per non retrocedere in serie C, adesso. Non è un club che dovrebbe fare gola. Però a Bari sono tutti convinti che se i Matarrese volessero vendere davvero, l’accordo ci potrebbe trovare: il calcio sarebbe il dettaglio di un’operazione più grossa. Deripaska a 38 anni si è comprato mezza repubblica del Montenegro: acciaierie soprattutto, ma anche una parte del porto di Bar, ovvero il principale scalo di scambio commerciale con Bari. Dentro ci sarebbe addirittura il Patriarcato ortodosso, unito da sempre a Bari dalla comune devozione per San Nicola. Alessio II ha chiesto al Cremlino di fare pressioni per riavere la proprietà della Chiesa Russa di Bari. Putin ne ha parlato con Prodi e ha ottenuto il sì. Ci ha guadagnato anche il Comune di Bari che in cambio ha avuto dal governo una caserma in dismissione. Soldi e fede, quindi. Il calcio torna in ballo grazie a un dettaglio: lo stadio San Nicola è in vendita. Sono quasi sessantamila posti a sedere pressoché inutilizzati. Il Comune vorrebbe cederlo ai futuri proprietari del club: i Matarrese lo usano a titolo gratuito, ma devono pagarne i costi. Chi prenderà la squadra potrà farne quello che vorrà. Il prezzo? Contenuto, fanno sapere dall’amministrazione.

La rivoluzione russa è già in saldo.

Commenti