Al Qaida rivendica l’attentato contro l’ambasciata italiana

L’organizzazione di Al Qaida nella penisola arabica «Brigate dei soldati dello Yemen», un gruppo affiliato ad Al Qaida, ha rivendicato ieri con un comunicato diramato attraverso un sito di area integralista un fallito attacco a colpi di mortaio, il 30 aprile scorso, nella capitale yemenita Sanaa, affermando che il bersaglio era l’ambasciata d’Italia. Poco dopo le 7 di mattina, mercoledì scorso, due proiettili di mortaio si erano abbattuti all’esterno del muro di cinta dell’ambasciata d’Italia a Sanaa, senza causare vittime né danni. I due colpi erano caduti nel cortile dei vicini uffici della dogana. Nella stessa zona vi sono anche la sede di alcuni partiti, l’ambasciata saudita e il ministero delle Finanze. L’ambasciatore d’Italia a Sanaa, Mario Boffo, aveva affermato che «gli interessi occidentali sono potenziali obiettivi». Ma «questa volta - aveva aggiunto - non credo volessero colpire noi, perché i colpi sono esplosi a una distanza tale che non credo si sia trattato di un errore di mira».

Lo scorso 18 marzo un analogo attacco a colpi di mortaio aveva preso di mira - secondo una rivendicazione dello stesso gruppo - l’ambasciata Usa a Sanaa, centrando invece una vicina scuola femminile e uccidendo un agente e una studentessa. La Farnesina già da tempo sconsiglia i viaggi in Yemen, se non per «motivi di effettiva necessità», perché in tutto il Paese è presente «un elevato rischio di atti terroristici».

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