I sostenitori di Al Qaida vorrebbero che la rete colpisse gli Stati Uniti prima del voto del 4 novembre. Un attacco, infatti, rafforzerebbe le speranze di vittoria del candidato repubblicano alla Casa Bianca, John McCain. Non è un episodio della popolare serie televisiva americana «24», con agenti segreti, commando terroristici in azione e minacce nucleari dietro l’angolo, ma il contenuto di un recente messaggio su un sito, al Hesbah, legato ad Al Qaida.
Gli endorsement scomodi non smettono di abbattersi sui due candidati. La notizia del «voto di Al Qaida» per il senatore McCain è ovunque. Se la rete vuole «logorare l’America», scrive il sito, allora meglio il repubblicano alla Casa Bianca: «Promette di continuare la guerra fino all’ultimo soldato» in Irak e Afghanistan. «Porterà avanti la fallimentare marcia del suo predecessore», George W. Bush. Il messaggio, secondo gli analisti di controterrorismo, sarebbe stato messo assieme da un utente del sito, «Muhammad Haafid, non direttamente affiliato ad Al Qaida. McCain ha detto di essere «sdegnato» e ha condannato il Washington Post per aver urlato la notizia.
Il rivale del repubblicano in materia di endorsement non è messo meglio. Proprio nelle stesse ore, si rincorrevano notizie vere e false su dichiarazioni positive da parte di ex membri del Ku Klux Klan su Barack Obama, primo candidato presidente afro americano. Su Discovery Channel un ex membro del KKK, condannato per un linciaggio del 1981, James Knowles, ha detto che «le persone devono votare Obama per le sue idee e la sua veracità, non perché è afro americano». Un altro ex leader del gruppo, David Duke, ha parlato positivamente dell’eventualità di una presidenza Obama, ma lo ha fatto affermando che tale possibilità risulterebbe «in un drammatico aumento di numeri tra le nostre file». Il sito ufficiale del movimento suprematista bianco smentisce a caratteri cubitali un endorsement al senatore nero.
Le prese di posizioni scomode in favore dei due aspiranti alla Casa Bianca hanno fatto sudare i candidati nei mesi scorsi. A parte l’appoggio del controverso reverendo Jeremiah Wright e del leader di Nation of Islam, Louis Farrakh, il politico di Chicago ha visto abbattersi sulla sua campagna la solidarietà a doppio taglio del leader iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, l’uomo che parla di cancellare Israele dalla mappa del Medio Oriente e non vuole negoziare sul programma nucleare di Teheran; anche il colonnello libico Muammar Gheddafi vota Barack. Il cubano Fidel Castro ha pefino scritto un articolo in cui sostiene che «Obama è più intelligente di McCain».
L’endorsement meno richiesto ma puntualmente arrivato è stato quello da parte dei leader del gruppo islamista palestinese Hamas.
McCain, ora alle prese con siti vicini ad Al Qaida, ha dovuto prendere invece le distanze dalle dichiarazioni di sostegno di due controversi religiosi americani: il reverendo John Hagee e il tele predicatore Rod Parsley, accusati di tenere discorsi duri contro la Chiesa cattolica e l’islam.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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