Alla fine il warm up aveva detto il vero: tra Casey Stoner versione 2010, senza turbolenze dell’animo e strani mali, e Valentino solita versione, cioè cannibale come sempre, c’erano come minimo quattro decimi al giro a favore dell’australiano della Rossa... Ovvero: in gara non ci sarebbe stata storia e Casey e la Ducati sarebbero andati a conquistare il poker di vittorie nel deserto del Qatar. Il warm up aveva detto il vero non potendo però prevedere un dettaglio: che il buon Stoner, anche senza mali dell’animo, a sedici giri dal termine, con due secondi di vantaggio e una marcia in più rispetto a tutti, sarebbe andato per margherite. Risultato? Gran stupidata del ragazzo, gran regalo e gran vittoria di Valentino tornato ai box sul carro attrezzi dell’organizzazione causa benza finita. Un Valentino che puntava al podio e si è invece ritrovato in vetta davanti al compagno di squadra Lorenzo e ad Andrea Dovizioso che da brava formichina, quest’inverno, ha pian piano modellato la Honda ufficiale a sua immagine e somiglianza. Un Valentino strafelice ma anche straconsapevole che senza il pasticciaccio del canguro le cose sarebbero state parecchio più complicate, tanto più che per contenere l’accoppiata Stoner-Ducati erano serviti a poco i piccoli aggiustamenti apportati dal box Yamaha poco prima del via. Ma tant’è, che si brindi e festeggi perché il Dottore non sbaglia ed è sempre lì quando sbagliano altri, lì a farci sognare e a dire che trattasi di «25 punti che valgono oro visto che il Qatar è il regno di Stoner, perché con lui in pista sarebbe stato difficile, ma Casey è scivolato perché tirava come un dannato... però noi eravamo più lenti, però il duello con Dovizioso mi ha dato la sveglia e ho guadagnato quei metri che poi ho tenuto fino al termine... se sono rimasto senza benzina dopo il traguardo? Sì, ma come diceva Enzo Ferrari, il mezzo perfetto è quello che si rompe o ti lascia solo dopo il traguardo...».
E questa era la MotoGp, la classe regina, la crema del mondo che impenna, per cui lecito e sacrosanto sorridere comunque e sempre perché vuoi il Dottore e Dovizioso ieri, vuoi la Rossa (Stoner permettendo) spesso l’Italia, da queste parti, fa festa a volontà. Il problema per noi, semmai, sta altrove, sta indietro, sta nelle classi che una volta ci regalavano piccoli talenti da far crescere ed esplodere (i Cadalora, i Capirossi, i Biaggi, Rossi, Melandri) e che ora - ammettiamolo - ci regalano sempre di meno. Perché i talenti prodotti di recente (vuoi dalla 125, vuoi dalla scomparsa 250) sono ottimi piloti ma senza gli attributi dei veri fenomeni. Anche se Dovizioso sta facendo davvero grandi cose.
La riprova che, in chiave futuro, di vero allarme comunque si tratta è arrivata ieri quando i costosi lampioni del Qatar non solo hanno illuminato le prodezze dei ragazzi dell’impennata ma anche i problemi della nidiata di giovani e meno giovani di casa nostra che scalpitano nelle classi minori. Per esempio, in 125: al vertice la solita banda di spagnoli, primo italiano Luca Marconi... ultimo. Non proprio bellissimo.
Decisamente meglio nella Moto 2 sorta dalle ceneri della 250 dove, se non altro, ci resta il dubbio di che cosa avrebbe potuto fare Alex De Angelis se non fosse volato via poco dopo il via. Fatto sta, vittoria a un giapponese e i nostri Roberto Rolfo e Mattia Pasini rispettivamente quinto e sesto. Non proprio bellissimo anche in questo caso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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