Nuovi stilisti cinesi crescono, sui banchi del Marangoni. Il noto istituto di moda, fondato a Milano nel 1935 e con sedi a Parigi e Londra, inaugurerà a marzo un campus a Shanghai, sulla ex sede del padiglione del Lussemburgo dell'Expo 2010, che sorge di fronte a quello italiano, tra i pochi rimasti in vita, dopo l'Esposizione.
La scuola (che da anni possiede un ufficio di rappresentanza a Shanghai, oltre che a New York e Mumbay) consolida così il proprio rapporto con la Cina, da cui ogni anno proviene il 15% delle iscrizioni di allievi nelle strutture europee, (il 90% a Milano e il restante 10% spalmato tra Londra e Parigi).
I corsi inizieranno il 1° aprile, si svolgeranno in inglese e cinese e il corpo docente sarà composto per metà da europei e per l'altra da asiatici. «La nostra offerta formativa è variegata e va dalle tre settimane ai sei mesi» spiega Roberto Riccio, general manager del Marangoni. «Proporremo corsi intensivi, rivolti soltanto a studenti cinesi, su determinati aspetti della nostra attività, cicli di lezioni introduttive di tre mesi, con l'insegnamento di italiano, francese e inglese, per coloro che verranno in Europa. Offriremo poi un percorso di sei mesi chiamato "foundation", che consentirà il riconoscimento europeo di un diploma di studi superiori conseguito in Cina».
Sono previsti, inoltre, corsi di tre mesi, focalizzati sulle vendite al dettaglio, per preparare figure che lavoreranno nel ramo del retail, «che dovranno sapere come rapportarsi con la clientela, soprattutto straniera, approvvigionare un negozio e curare l'esposizione dei capi». Elementi indispensabili da apprendere per chi è vissuto e cresciuto in Cina e ha avuto scarse possibilità di contatto con gli occidentali. «Nostri prestigiosi marchi di moda lamentano oggi la mancanza di personale cinese qualificato, da collocare presso i propri punti vendita». Tuttavia, anche gli europei che si trasferiranno in Cina, per dedicarsi al mondo della moda, necessiteranno di molte lezioni, comprese quelle di cultura locale, che il Marangoni prontamente provvederà. Secondo Roberto Riccio, i cinesi sono molto portati per le creazioni stilistiche e non soltanto per le imitazioni, come comunemente si pensa. «Negli ultimi anni ho assistito a una crescita straordinaria delle capacità di apprendimento degli studenti asiatici. Basti pensare che, ultimamente, tra i nostri migliori allievi figurano giovani cinesi. Non illudiamoci: presto dovremo fare i conti con la concorrenza di griffe della Terra del Dragone.
Il campus di Shanghai sarà pubblicizzato soprattutto tramite Internet e al quartier generale di via Verri a Milano già si sta lavorando all'organizzazione di un evento per l'inaugurazione in marzo.
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