Qualcuno ha esagerato col professore

Carissimo dottor Lussana, le notizie apparse sui giornali e ampiamente divulgate anche dalle emittenti televisive e radiofoniche locali e nazionali relative alla vicenda in cui è rimasto coinvolto il professor Franco Henriquet mi hanno profondamente rattristato ed amareggiato, e con me credo certamente migliaia di cittadini genvesi e non.
Conosco da anni l’illustre medico e posso affermare, con assoluta obbiettività, che si tratta di una persona semplicemente eccezionale che qualcuno, molto giustamente, ha definito un «santo laico». Tanto basta per non andare oltre nel riconoscere all’affermato clinico doti di immensa bontà, umana solidarietà ed infinita carità.
Desidero invece esporre alcune considerazioni in ordine al fatto che tanto clamore ha suscitato, tentando di essere il più conciso possibile. Premesso che sono sempre stato, sono e sarò dalla parte dei Carabinieri, ritengo che nella fattispecie qualche loro agente abbia esagerato nel rivolgere al prof. Henriquet alcune espressioni alquanto esagerate minacciandone addirittura l’arresto per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti senza tenere in debito conto l’attività, sovente frenetica e svolta con motivi di estrema urgenza dal predetto e dai suoi collaboratori (quasi tutti volontari) nell’altamente commendevole tentativo di salvare vite umane ovvero di lenire le loro atroci sofferenze causate da un male sovente incurabile, fornendo assistenza gratuita ai degenti ed ai loro famigliari in nome e per conto della benemerita Associazione Gigi Ghirotti. Forse un pizzico di buon senso e maggiore comprensione avrebbero evitato tale spiacevole evento.
Ma cerchiamo, per contro, di valutare anche il comportamento tenuto dai militari del Nas che, di fronte all’evidente commissione di un fatto-reato (rinvenimento di un sacchetto contenente alcune filale di morfina e di medicinali antiepilettici restituiti da famigliari di pazienti deceduti, che dovrebbero conservarsi in armadi chiusi a chiave ed annotati su appositi registri), hanno esercitato l’obbligo di procedere all’estensione di un rapporto da inviare all’Autorità Giudiziaria in quanto, nel caso contrario, sarebbero incorsi essi stessi nel reato di omissione.

Non potendo dilungarmi nell’esame giuridico per ovvie ragioni di spazio, concludo affermando che ormai la questione è di competenza dei giudici i quali dovranno adottare i provvedimenti conseguenti ed a cui, sicuro di interpretare il desiderio di molti lettori, rivolgo l’accorata preghiera di giudicare ovviamente con scienza ma, soprattutto, «coscienza», al di là di ogni e qualsiasi considerazione di merito avnzata dall’eccellente difensore del prof. Henriquet.
E se si manda il sig. Lapo Elkann in America, si cerchi almeno di non mandare il «nostro» Franco a Marassi: chi vuol intendere, intenda! Molto cordialmente

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