Ma quale astensione: milanesi in coda per scegliere il sindaco

Ma quale astensione, la chiamata politica alle urne ha funzionato. Milano ha deciso di andare al voto, di partecipare alle elezioni del sindaco con più impegno del passato: l’aumento dei cittadini nei seggi a fine giornata è stato di quasi il 2%. I leader dei partiti, da Berlusconi a Bossi fino a Bersani, hanno insistito sull’importanza nazionale dell’appuntamento. Nel pomeriggio sono state frequenti le code ai seggi e in serata si è confermata la grande partecipazione alle elezioni per Palazzo Marino. Una proiezione dei dati sull’affluenza definitiva, secondo gli esperti, fa pensare a un’affluenza finale tra il 72 e il 74 per cento. Nel 2006, alle dieci di sera di domenica, aveva votato poco più della metà degli aventi diritto: il 52,3 per cento. Il dato finale era stato poi il 67,5 per cento, molto basso rispetto alla tradizione. Ieri dopo una partenza in impennata, con punte del 4 per cento di votanti in più rispetto al 2006, alle 22 il dato era del 54%. Più difficile interpretare l’impatto dell’affluenza sui risultati, anche perché i risultati nelle diverse zone di Milano sono omogenei. Unica eccezione il Centro , tradizionale bacino di voti del centrodestra, che registra un’affluenza di 4 punti più bassa ma il passato dice che i i residenti in zona 1 votano moltissimo il lunedì mattina. Nonostante il silenzio elettorale, politici di tutti gli schieramenti si sono esibiti in commenti sull’affluenza.

Le previsioni sono ottimistiche sia nel centrodestra che nel centrosinistra, forse nella speranza che il pensiero positivo sia contagioso e mobiliti i - oggi c’è ancora tempo dalle 7 alle 22 - simpatizzanti tiepidi o indecisi.

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