RomaOnorevole Roberto Giachetti, lei ha aperto nel Pd il fronte dei possibilisti sulla riforma della giustizia. Perché?
«Il rischio è che dal Pd emergano sempre e solo le voci di chi è contro a prescindere. Che hanno il diritto di esprimersi, per carità, ma deve essere chiaro che esiste anche chi la pensa diversamente, e non credo proprio di essere solo».
Vuol dire che le piace la riforma «epocale» di Berlusconi?
«Voglio dire che con i no preventivi si rischia di fare il gioco del Cavaliere, che da 15 anni ci mena tutti per il naso: ogni tot annuncia per titoli roboanti riforme; da sinistra parte una canea di reazioni contrarie e barricate, e alla fine lui ne esce mollando le riforme e facendosi qualche leggina ad hoc. Visto che per la prima volta - pare, dicono - dietro i titoli dovrebbero arrivare i contenuti, io dico che abbiamo il dovere di andarle a vedere, prima di pronunciarci».
Vediamo i titoli, in attesa dei contenuti: separazione delle carriere, obbligatorietà dellazione penale, responsabilità civile dei magistrati. Se ne può discutere o no?
«Io - e ripeto, non sono certo il solo - non sono pregiudizialmente contrario. Anzi: alcune di questi istituti, in linea di principio, mi sembrano condivisibili. E per altro, lo ricordo a chi grida al golpe, sono istituti che vigono in fior di Paesi civili quanto se non più dellItalia. Tutto dipende quindi da come poi vengono realizzate: la separazione delle carriere, per fare un esempio, può portare ad un pm sottomesso allesecutivo, e in quel caso sarei contrario. Ma si può realizzare anche in altri modi».
E la responsabilità civile?
«Figuriamoci: fui tra i promotori del referendum per introdurla. Poi fu fatta una legge truffa per evitarla. Io sono assolutamente favorevole a che i magistrati, come tutti i funzionari pubblici, rispondano per le loro colpe. Basti ricordare il caso Tortora, e come i pm che lo buttarono in cella senza un motivo, distruggendogli la vita, abbiano fatto una luminosa carriera a dispetto dei loro errori».
Sta di fatto che il centrosinistra per ora si dice contrario.
«Non sottovaluto affatto le ragioni dello scetticismo, e il fatto che il contesto di questo dibattito sia inquinato dai problemi personali di Berlusconi. Ma noi, anche se allopposizione, siamo classe dirigente e abbiamo il dovere di farci carico dei problemi del Paese, e la giustizia è uno di questi. Magari incalzando il governo perché accanto a questi punti affronti anche i due cancri peggiori del sistema: il dramma delle carceri che stanno esplodendo e quello della giustizia civile che non funziona. Non possiamo dire no a scatola chiusa solo perché le proposte le fa Berlusconi».
La magistratura però è sul piede di guerra, e difficilmente il Pd potrà evitare di darle manforte
«Io ho sempre rispettato lindipendenza della magistratura e le sue sentenze. Ma quando è messa in discussione la mia funzione di legislatore, non accetto che la magistratura si metta di traverso, annunciando risposte epocali a riforme annunciate. Il suo compito è di applicare la legge, non di farla o boicottarla. Pretendo che il mio ruolo di parlamentare sia rispettato quanto io rispetto il loro. E in questa operazione di delegittimazione del Parlamento la magistratura trova sponda in parte dellopposizione».
In che senso, onorevole Giachetti?
«Non possiamo difendere, e giustamente, il Parlamento umiliato da Berlusconi e poi voltarci dallaltra parte se lo attacca Spataro, anzi dargli spago dicendo che la riforma del governo è contro la magistratura, la Costituzione, lOnu e dio sa cosaltro. E gridando al golpe se la maggioranza del Parlamento la approva: si può criticarla nel merito anche ferocemente, ma è la prima regola della democrazia che il Parlamento decida liberamente a maggioranza».
Onorevole Giachetti, la accuseranno di essere pronto per i «Responsabili»
«Sono dieci anni che combatto Berlusconi, dentro e fuori il Parlamento e usando la nonviolenza in tutte le sue forme. Chi lo dice non solo ha la memoria corta, ma è in malafede. E senza neppure lalibi di essere stupido».
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