Roma

Qualità della vita, ultimo schiaffo alla Roma di Veltroni

Roma, la qualità della vita peggiora. Lo dice la classifica stilata come ogni anno dal Sole 24 Ore, basata su 36 indicatori suddivisi in sei macroaree (tenore di vita; affari e lavoro; servizi, ambiente e salute; ordine pubblico; popolazione; tempo libero), che registra un pesante arretramento della capitale rispetto alla «pagella» del 2007: allora Roma era ottava, quest’anno è scesa al 28° posto, dietro la capolista Aosta, dietro ad altre 26 città prevalentemente del Nord e a pari merito con Pesaro-Urbino. Una controperformance che - si badi - poco ha a che vedere con il cambio di amministrazione, visto che il grosso dei parametri si riferisce a dati del 2007, quando sindaco era ancora Walter Veltroni. Il declino, insomma, porta il suo marchio.
Ma veniamo alle cifre del declassamento. Nella macroarea tenore di vita Roma scende all’11° posto nazionale, conservando - ma è l’unica consolazione - il ruolo di città più ricca del Centro-Sud. Roma è sesta per Pil, terza per depositi bancari, quarta per importo medio delle pensioni, 36ma per consumi familiari, 66ma per inflazione, e ultima (ovvero 103ma) per costo delle case. Nella categoria affari&lavoro, Roma è al 65° posto, penalizzata in particolare dalle imprese chiuse (101° posto) e dai protesti (100°); la capitale galleggia nello spirito d’iniziativa (50°), nella percentuale di chi cerca lavoro (63°) e nella percentuale di giovani occupati (58°) mentre è ottimo il rapporto iscrizioni/cancellazioni alla camera di commercio, dove Roma è addirittura prima in Italia. Passiamo ai servizi: Roma è settima in Italia grazie alle infrastrutture (3°), al clima (29° posto) e alla limitata dispersione scolastica (37°) e malgrado le insufficienze nell’ambiente (70°), nella sicurezza delle strade (96°) e nella velocità della giustizia (75°). Nell’ordine pubblico Roma è molto indietro: 98° posto in Italia (solo Rimini, Milano, Bologna, Genova e Torino stanno peggio), in particolare a cuasa di borseggi e scippi (98°), furti d’auto (102°) e rapine (97°). Va un po’ meglio nei furti in casa (62°) e nei minori denunciati (78°), mentre negativo è anche il trend, che pone Roma al 70° posto in tutta Italia. Quinta macroarea esaminata è quella demografica: qui Roma è al 39° posto: tra gli aspetti negativi un’eccessiva densità di abitanti (100°) e una scarsa natalità (83°), nella norma il rapporto giovani/anziani (47°), mentre Roma si piazza bene nella presenza di stranieri (28°), nelle iscrizioni all’anagrafe in rapporto alle cancellazioni (22°) e nell’investimento in formazione (12°). Infine il tempo libero: qui Roma è al 14° posto, trainato, come tutte le grandi città, dagli acquisti in libreria (4°), da un buona confidenza con il cinema (10°), con le palestre (15°) e con le sale concerto (25°). I romani però vanno poco al ristorante (68°) e fanno pochissimo volontariato (99°).
Naturalmente la sinistra ha preso spunto da queste classifiche per criticare la giunta: «Con Alemanno la capitale va in serie B», dice Enzo Foschi, consigliere regionale del Pd. Accusa restituita subito al mittente dal senatore del Pdl Andrea Augello: «Basta leggere con attenzione i dati per scoprire che su 36 indicatori scelti dal quotidiano finanziario ben 28 sono riferiti al 2007.

Degli otto rimanenti, tre sono riferibili al 2007-2008, ma anche in questo caso i dodici mesi presi in esame vanno dall’ottobre 2007 al settembre del 2008».

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