Quando Bros voleva investire un autista Atm

Il racconto del writer: «Stavamo disegnando sul tram, lui ci ha sorpreso e abbiamo fatto finta di tirarlo sotto»

Stralci di Bros. Spezzoni di una vita fatta di poco sonno, parecchie bombolette, qualche canna e un sogno: continuare a creare per qualcuno che apprezza la mia roba e che mi paga per farlo, almeno nella vita non dovrò essere costretto a timbrare il cartellino ed essere stressato a causa di un lavoro di...
Basta un clic, www.wildstylers.com. Ed eccolo là il Bros-racconto. Giornata tipo, avventure, aspirazioni. C’è tutto in un’intervista in cui un anno fa si presenta così: sono Bros, ho 23 anni sono di Rho in provincia di Milano, nella vita mi piacerebbe fare sesso tutto il giorno ma non riesco fisicamentre allora mi sono messo a disegnare con gli spray.
Bros, ossia Daniele, diplomato a Brera e iscritto al Politecnico, racconta che ha iniziato a disegnare sette anni fa, ma che il lavoro vero è cominciato un paio di anni fa in strada, sui tram. A proposito di tram... Ero con Sonda e Zen (compagni di graffiti ndr) ed eravamo andati a disegnare un bel tram.
Ma l’autista si accorge del gruppetto.
(...) Si è precipitato giù dalla vettura con il ferro per raddrizzare i binari per spaccarmelo in testa, schizzo sulla macchina di Sonda e iniziamo a fare retro ma c’era traffico. La soluzione è stata mettere la prima e fare finta di tirarlo sotto mentre lui ci aspettava col ferro impugnato tipo mazza da baseball. L’abbiamo schivato ma ha cercato di colpire la macchina. Siamo tornati a casa e abbiamo riso tre giorni nel vedere l’attaccamento morboso di un dipendente Atm nei confronti delle vetture della società che gli passa lo stipendio. Si sarebbe fatto mettere sotto piuttosto di beccarci.
E racconta ancora che da tre anni, da quando è a Milano, ha trovato la carica di disegnare tutti i giorni, e che si diverte a girare per la città e a vedersi un po’ ovunque.

E, dopo essersi dilungato sulle sue lettere (per le quali lo accusano di copiare da qualche altro writer), parla delle amiche della sua mamma che si dicono molto entusiaste dei miei lavori, si definisce un «malato di writing» che si alza tardi appunto, fa un po’ di sbatti per l’uni (università), un po’ per i miei (genitori), mangio con gli amici, ci fumiamo qualche cannetta e facciamo la serata in qualche locale, uscendo torniamo a casa, si va a disegnare, quest’anno ho visto più albe che mattine... per il futuro non so...

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