Quando un espresso può costarti la vita

Che bella età la terza età, quando, passati i 60, ti puoi permettere delle cose che nella prima e pure nella seconda non potevi neanche immaginare: come, ad esempio, attraversare l’autostrada a piedi per andare a prendere un caffè all’Autogrill. La soddisfazione, si fa per dire, se l’è tolta l’altro giorno un turista di 63 primavere, francese d’origine maghrebina, in viaggio sulla A10: preso da voglia improvvisa e da abbiocco incipiente, intorno alle 5 e 30 del mattino ha posteggiato sulla corsia d’emergenza, quindi è sceso per dirigersi dall’altro capo della carreggiata dove aveva intravisto l’invitante punto di sosta e rifornimento gastronomico di Conioli, all’altezza di Arma di Taggia. Il seguito è immaginabile: intorno al pedone improvvisato sfrecciano vetture di vario tipo e a varia velocità, impegnate a scansarlo come in un videogioco. Ci riescono quasi tutte. Quasi. Tranne una, una grossa berlina lanciatissima, che si trova improvvisamente il temerario sulla corsia del sorpasso. Colpo di freno, repentina scalata di marcia, sterzata come si fa solo nei tornanti del Turini, al rally di Montecarlo. La manovra riesce al 99 per cento, la sagoma è solo sfiorata alla caviglia. L’investitore, cui nel frattempo è cresciuto qualche capello bianco, si blocca e chiama il 118.

L’investito, invece, si rialza e fa per andare all’Autogrill. Il paradiso può attendere, il caffè no. Come si dice:ogni momento è quello giusto. Anche a costo di scontrarsi con una berlina e sbucciarsi solo la caviglia.

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