Il silenzio, spesso, parla. Il silenzio è anche una forma di rispetto, o almeno lo era, fino a quando il mondo si è ritrovato ad esibirsi sui social 24/7 (si dice così no?). Così ecco che l'onere dell'educazione si è ribaltato: non ti esprimi pubblicamente? Dimostri solo di essere arido.
Per carità: Jannik Sinner è ormai un uomo pubblico e gli sarebbe bastato un post di Instagram, la sua foto con Pietrangeli mentre festeggiavano la prima coppa Davis del nuovo millennio, un semplice "Ciao Nicola" per celebrare la sua scomparsa. Ma Sinner è anche la persona che conosciamo, riservata oltre ogni ragionevole opportunismo, da cui l'esposizione alla vergogna sulla pubblica piazza, virtuale e no. E neanche la notizia del messaggio privato mandato da famiglia a famiglia come si fa di solito con cortesia e partecipazione - ha potuto evitarlo. Il silenzio, oggi, è una colpa.
Così va il mondo, anche oltre Sinner. Nel Tempo in cui i ragazzi si misurano dal numero di amici nel loro telefono, e gli amori avanzano solo se dall'altra parte arriva un like: in caso contrario è il dramma, a volte purtroppo anche reale. Oggi non ci si telefona più ma si manda un whatsapp, e se a spunta blu non segue risposta immediata si passa, appunto, per maleducati. Oggi si fa a gara per mostrarsi, perché su Instagram siamo tutti belli, felici, ricchi, andiamo in vacanza in posti magnifici e non versiamo mai una lacrima. Oggi su X invece siamo tutti intelligenti, e su Facebook aggiorniamo su defunti e ricoveri in tempo reale, non tollerando gli altri ignorino la nostra sofferenza. Oggi c'è twitter, e vabbè
E il silenzio? Viene guardato con diffidenza, come un estraneo in una realtà immersa in un continuo dj set spaccatimpani.
Stare zitti è come essere dall'altra parte del galateo, un abbraccio conta meno di mille parole, le stesse che invece valevano il beep di Lucy dei Peanuts. Era un gesto d'affetto di un'altra era, quella in cui un proverbio giapponese diceva: "L'uomo in silenzio è più bello da ascoltare". Quell'uomo, oggi, non è più bello: è solo dannato.