Pochi giorni fa il miglior maratoneta italiano, oro agli europei e bronzo ai mondiali, ha ricevuto dal sindaco Sala l'Ambrogino d'oro. Per Ilias Aouani è il riconoscimento di ciò che è riuscito a fare, non solo nell'atletica. Nato 30 anni fa in Marocco, è arrivato a Milano a due anni e, con i suoi genitori, è cresciuto a Ponte Lambro, periferia tra le più complicate della città. Non ha trovato la strada spianata. Però ha studiato, ha cominciato ad allenarsi e a gareggiare con i colori dell'Atletica Ricciardi e nel 2015, dopo una borsa di studio al Politecnico, ha continuato gli studi in Texas, alla Lamar University dove si è laureato in ingegneria. Bella storia, di uno che ce la fatta e che grazie allo sport, come ripete spesso "si è salvato". Già perchè a Ponte Lambro, come in tutte le periferie della città, "perdersi" è facile, quasi la regola. Baby gang, maranza, spacciatori diventano l'approdo per adolescenti che trovano nelle bande e nella criminalità la sola ragion d'essere. La cronaca racconta questo. E allora per arginare un fenomeno che fa paura quasi tutti chiedono più controlli che purtroppo non bastano perchè è impossibile pattugliare tutta una città. E allora? Servono ancore di salvezza. Lo sport è una di quelle grazie al lavoro quotidiano di tante piccole società, di tanti volontari, di tante associazioni che si dannano per togliere i ragazzi dalle strade, per dar loro un'opportunità. Ma qualcos'altro per fortuna si muove.
Alcune settimane fa la Federazione Italiana Boxe ha aperto in via Achille Papa il nuovo centro di formazione per i ragazzi che vogliono avvicinarsi alla nobile arte e ieri, in via Costa, la Federazione italiana sci ha trasferito sede ed uffici in un palazzo Aler abbandonato. Presenze, presidi si dice in gergo tecnico. In realtà sono piccoli segnali di speranza.