Ero certo esistesse una città vintage. Non avrei immaginato fosse New York. Semmai Parigi, Roma o Firenze. Ma la Grande Mela no. Tanto più ora che sulla Fifth Avenue di fronte a quellincommensurabilmente vintage e costoso ed elegante Plaza troneggia il cubo di vetro dellApple Store. Della Grande Mela avevo più o meno fatto sempre un frullato turistico. Stavolta no. Stavolta mi sono dedicato ai quartieri, ai borough, ho pensato al vero vivere newyorkese. Per cui poco o niente di Times Square e molto del Queens; poco o nulla di Wall Street e i locali alla moda del dopo lavoro nel Tribeca e molto di Brooklyn e Truman Capote.
New York è sempre stata vintage. Perché detta le regole del futuro che poi doma e controlla. Perché innalza grattacieli e poi fa del Chrysler o dellEmpire i suoi simboli più amati che sono vintage oggi ed erano vintage quando furono costruite le Torri Gemelle dal tragico destino. Perché New York ti sprofonda nella sua metrò, ma è restia a rinnovare anche solo il colore dei vecchi mezzi annegati nei cunicoli. Perché mai dovrebbe farlo? Funziona tutto alla perfezione, sono curati ed essenziali.
Lessenzialità. È una qualità intrinseca di chi addomestica il progresso. Quando qualcosa risponde perfettamente a funzione e ruolo assegnati, non è il caso né di rinnovarlo né di sostituirlo. La sopraelevata che porta nel Queens è rumorosa però efficiente e quando non servirà più le accadrà come per lhigh line vicino al Village: diventerà una striscia di parco piantumato a 9 metri daltezza. Per non dimenticare e per servire ancora. Vintage, insomma. E le camere degli hotel superlusso di Park Avenue? Rubinetti cigolanti di vita e vasche sbiadite e camere belle ma di una bellezza essenziale e datata. Vintage. E se muore lottuagenaria - e a quanto pare - mitica dirimpettaia di Louis Armstrong, essenziale e vintage anche lui ricco e famoso e per 28 anni residente in un quartiere del Queens, non lo scopri su facebook, ma su un foglio ciclostile appeso alla porta della casa museo: cè scritto «è morta la vicina di Louis, Selma Heraldo. Gli amici sono avvisati».
In questa grande America di cui New York è il simbolo, in questa terra fatta di futuro e di un passato che non viene mai scartato in toto, succede che nascano gli Steve Jobs che sono il progresso. Non ho le prove, ma un collegamento certamente cè. Quasi che il calmo ed essenziale utilizzo di ciò che funziona rendesse fertile il terreno delle idee.
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