Quante bacchettate dai grandi vecchi

«Che cosa pensa di quanto sta accadendo a sinistra?», gli chiesero all’ultima Fiera del Libro di Torino. E lui, con prontezza da consumato battutista: «Perché, accade qualcosa?». Il professor Umberto Eco, sicuro democratico e altrettanto indiscutibile antiberlusconiano, guida la pattuglia di intellettuali ipercritici nei confronti dello schieramento politico dal quale, con slancio snobistico, spesso tentano di «sfilarsi», se le cose non vanno per il verso sperato. Al suo fianco c’è Dario Fo, l’arzillo giullare che si candidò (o quasi) per la poltrona di sindaco di Milano, ma senza convincere un elettorato intimorito dal suo radicalismo. Premio Nobel per la letteratura nel ’97, l’attore si trova senza dubbio più a proprio agio sugli scranni meno comodi, ma anche meno impegnativi, del Leoncavallo.

Altro grande vecchio della sinistra che critica la sinistra è Andrea Camilleri. Il «padre» del commissario Montalbano mal sopporta i cincischiamenti e le manfrine dei politici. Preferisce i modi spicci della sua creatura letteraria, uno che Rosy Bindi non la degnerebbe di uno sguardo.

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