Anna Bonacci non dice molto agli appassionati di teatro, eppure è autrice di L'ora della fantasia, che è stata un grande successo sui palcoscenici di tutto il mondo. Da essa sono stati tratti due film, Moglie per una notte, di Mario Camerini e Baciami stupido, di Billy Wilder. Ora la commedia della Bonacci, con lo stesso titolo dello splendido film di Wilder, approda al Teatro Manzoni di Roma (fino al 23 dicembre) e in tournée, in un adattamento di Ennio Coltorti, che ne è anche il regista, e di Tullia Alborghetti.
Un adattamento che segue quasi alla lettera l'opera di Wilder, ambientata negli Stati Uniti e non nella contea inglese del testo originale. Rappresentata nel 1944 in Italia non fu subito capita dal pubblico e dalla critica, ma a poco a poco si rivelò una pièce deliziosamente trasgressiva, che affrontava con sottile umorismo e sorprendente anticipazione il problema della vita di coppia. Vita che rischia sempre la routine, l'affievolirsi della passione. Ma che succede se un giorno irrompe nella coppia un cantante di successo, casualmente di passaggio, il quale può lanciare le canzoni scritte dal padrone di casa, modesto organista di chiesa? E che può accadere quando il cantante ha bisogno di una donna compiacente, di una prostituta, nota come Lola La Bomba, che viene spacciata come moglie del candido organista? E se quest'ultimo litiga con la sua vera moglie, la quale poi finisce col trovarsi, per una serie di equivoci, nel letto di Lola? La commedia vive sul ribaltamento: la moglie fedele prende il posto della prostituta e quest'ultima per una notte si trasforma in casta sposa. La regia di Coltorti è funzionale, ma deve fare i conti con un cast poco omogeneo.
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