La quarta corsia a destra? L’ultimo tabù degli automobilisti

È la strana sindrome degli italiani Il lato di marcia normale è considerato come una sorta di «ghetto fantozziano» E così tutti si affollano a sinistra

C’è fervida attesa, negli ambienti del profondo Nord lombardo, per l’imminente apertura della quarta corsia sul famigerato tratto Milano-Bergamo, la più trafficata e la più mortale delle nostre autostrade. Dopo decenni di attesa, dopo anni di lavori, dopo un’interminabile lista di disagi e di incidenti, l’inaugurazione ufficiale è fissata al primo ottobre. Per la verità già da mesi se ne assaggia qualche pezzo pronto, ma l’attesa è fervida per vedere come sarà la viabilità di questo budello congestionato a regime completo. È la stessa, sempre fervida attesa che ha accompagnato l’apertura dell’altra famosa quarta corsia, quella dell’ugualmente straziante Modena-Bologna. Ebbene: dopo pochi mesi di collaudo su quest’ultima opera, a pochi giorni dall’inagurazione della Milano-Bergamo, è comunque già possibile tirare una prima conclusione. Questa: dare la quarta corsia agli italiani è come regalare collier di perle ai porci.
Il fenomeno è da psicanalisi: quando viaggiamo in autostrada, assumiamo strani comportamenti collettivi. È come se vedessimo nella carreggiata una grande allegoria della scala sociale: nessuno vuole stare sul gradino più basso. Qui, sulla corsia più a destra. Non importa che a imporcelo sia il codice della strada, meno ancora importa che lo implorino i patetici tabelloni luminosi. Su quella corsia non ci va nessuno. Nei giorni feriali ci vanno i camionisti, che notoriamente non hanno bisogno della corsia per mostrare quanto contino nell’ambiente (loro, come in caserma, ne fanno una pura e semplice questione di misure). Ma allo scoccare del weekend, quella fascia estrema e negletta di asfalto improvvisamente si libera, come in preda a un implacabile sortilegio. Tutto ciò che non ci provoca fastidi nella dichiarazione dei redditi, cioè presentarci pezzenti e indigenti, qui ci risulta insopportabile. Crea imbarazzo. Frustrazione e vergogna. Allora via tutti a sinistra, dove viaggiano quelli che contano, lampeggiando e zigzagando per farci largo tra i lumaconi.
È con profondo senso di malinconia che ormai molti di noi si muovono sulle quattro corsie pensando ai soldi spesi per un’opera inutile e snobbata. E allora mi trovo a compiere l’unica scelta veramente anticonformista e controcorrente nell’Italia contemporanea: sulla corsia dei Fantozzi ci vado da solo, anche se procedo a centoventi e quelli davanti a me non superano i novanta. Un bastardo sorpasso a destra? In regime di normalità, potrebbe sembrarlo. Ma nel mondo surreale delle nuove autostrade a quattro corsie, è solo un doveroso gesto di giustizia sostanziale. Ci è costata una cifra, questa quarta corsia: qualcuno deve usarla. O forse tutti quanti sono convinti che sia una pista ciclabile? Posso testimoniare, da avventuroso pioniere di un luogo vergine e inesplorato, che il viaggio è affascinante: si procede a velocità di crociera, per chilometri e chilometri, senza incontrare il minimo ostacolo. I pericoli che si corrono lungo le altre corsie, con tutti quegli Alonsi che s’infilano davanti senza neanche la freccia, qui sono impossibili: nessuno si sognerebbe mai di tagliare la strada passando da sinistra a destra. Se ne vergognerebbe. Così, capita soltanto di affiancare lentamente delle strane carovane che si muovono a fatica sulla sinistra, da dove gente altezzosa butta gli stessi sguardi che si buttano a case equivoche e a individui miserabili. Come status-symbol, il viaggio sulla corsia più a destra è decisamente poverino. Ma come guida, è di una scorrevolezza unica. Posso giurarlo davanti a chiunque.
Certo, bisogna riconoscerlo: con tutti i soldi spesi, con tutti i disagi e gli incidenti sopportati, la quarta corsia meriterebbe qualcosa in più della sporadica visita di qualche occasionale temerario. Non si spendono milioni di euro per quattro gatti, minuscoli o maiuscoli che siano. Soluzioni? Una sarebbe chiudere per qualche mese le due corsie di sinistra, obbligando la popolazione italiana - camperisti compresi - a viaggiare più in là, scoprendo come le due corsie di destra non siano poi così disdicevoli e degradanti. Verificando insomma come viaggiare tranquilli a ottanta orari si possa persino lì, senza avvertire il disagio di un’umiliante inadeguatezza sociale. Mi rendo conto però che l’ipotesi si presenta un po’ complicata. Forse, tutto sommato, basterebbe molto meno. Una mossa di questo genere: con decreto specifico, il governo decide che dal giorno X la corsia di sorpasso non è più quella di sinistra, ma quella di destra. Ribaltone. Veloci a destra, lenti a sinistra.

Letto in chiave psicologica: quelli veri a destra, gli impediti a sinistra. Una semplice convenzione, senza alcuna ironia politica. Io però ho già un dubbio. Temo che dopo un po’ mi ritroverei a viaggiare da solo sulla prima corsia di sinistra.

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