Quarta morte in Turchia: il virus uccide una bimba

I medici: «A provocare il decesso è stato l’H5N1». Anche il test sul fratello della vittima ha dato esito positivo. Un falso allarme in Germania

da Istanbul

La tregua è durata poco. L'epidemia di influenza aviaria in Turchia si tinge anche di giallo. Ieri, infatti, Fatma Ozcan, di soli 12 anni è morta nell'ospedale Yüzüncü Yil di Van, nella parte est del Paese. Come le tre vittime del virus dei polli veniva dalla poverissima città di Dogubeyazit, vicina al confine con l'Armenia. Ma il governo prende tempo. Il ministro della Sanità turco, Recep Akdag, ha dichiarato ieri in televisione che i primi test su Fatma per ufficializzare le cause del decesso hanno avuto esiso negativo. Eppure i medici sembrano sicuri: «A uccidere la bimba è stato il virus H5N1». Ma per una risposta definitiva sarà necessario attendere oggi.
Il fratellino di Fatma, Muhammad, di 5 anni, invece ha già effettuato i prelievi ed è risultato positivo. Secondo Huseyin Avni Sahin, medico che ha avuto in cura anche le prime tre vittime del virus, le sue condizioni sono in via di miglioramento, smentendo così le voci che si erano diffuse nella prima mattinata di ieri, per le quali il bambino era in pericolo di vita. Ma c'è qualcosa che, per il momento, non torna. I risultati negativi dei primi rilievi effettuati su Fatma lasciano scettici. Sembra abbastanza paradossale che il fratello, ufficialmente contagiato dalla variante H5N1 sia vivo e forse anche sulla via della guarigione e che Fatma, che è morta, non abbia contratto il virus. Specie se si conta che ieri pomeriggio i medici dello Yüzüncü Yil hanno dichiarato all'agenzia stampa Cihan News che la ragazza era morta perché si era recata in ospedale troppo tardi, e precisamente «cinque giorni dopo aver mostrato i sintomi dell'influenza aviaria». Le condizioni della giovane erano critiche già dal momento del suo ricovero e che ieri mattina respirava solo grazie all'aiuto delle macchine.
E mentre la Turchia aspetta con il fiato sospeso di sapere se il virus dei polli è tornato a uccidere entro i suoi confini, il numero ufficiale dei contagiati è salito a 19. La maggior parte si trova ricoverata a Van e a Diyabarkir, entrambe nella zona orientale del Paese. Cinque sono ricoverati ad Ankara. Secondo il governo, in questo momento il numero di distretti a rischio contagio è fermo a 22 su 81. Una stima che per molti organi di informazione rimane eccessivamente ottimista. Adesso il governo teme che nel Paese si torni in una situazione di allarme, che negli ultimi giorni era stata smorzata da altre notizie, in testa la liberazione dell'ex terrorista Ali Agca, e dalle dichiarazioni di Marc Danson, direttore dell'Organizzazione mondiale della Sanità per l'Europa, che aveva definito la situazione della Turchia «seria e sotto controllo». Sempre nella stessa occasione Danson aveva anche riservato parole di apprezzamento per il ministro della Sanità Recep Akdag e per l'esecutivo del premier Recep Tayip Erdogan, che fino a quel momento, per dire la verità, non aveva ricevuto molti complimenti per come era stata gestita l'espansione dell'H5N1 in Turchia.
La giornata di ieri ha comunque riservato anche una buona notizia. Un bambino di 5 anni, sospettato di aver contratto il virus è stato dimesso dall'ospedale di Göztepe. La struttura in questione si trova a Istanbul, per la precisione sulla riva destra del Bosforo. Se il bambino avesse contratto il virus dell'influenza aviaria, si sarebbe trattato del primo caso nella megalopoli turca. Il piccolo paziente è originario di Gebze, a circa 100 chilometri da Istanbul. Ieri nel primo pomeriggio il piccolo è tornato a casa per la gioia dei medici, di altri 11 milioni di persone e soprattutto di Muhammad Güler, governatore della regione di Istanbul, che sta facendo di tutto per evitare l'arrivo dell'influenza aviaria in città.


Ma la paura non riguarda solo la Turchia, ieri in Germania un uomo è stato ricoverato in un ospedale di Colonia (ovest) con sintomi sospetti dell'influenza aviaria. Lo ha riferito ieri sera il telegionale del secondo canale pubblico Zdf. Successivamente è arrivata però la smentita: si era trattato di un falso allarme.

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