La quarta vita di Fiorello Il genio tv "celentanizzato"

Compie cinquant’anni, ma ha già capito di doversi dosare. Il mattatore della tv tra cadute, esilii e apparizioni leggendarie. Ha fallito a Sandremo nel '95 ed è rinato con la donna giusta e "Stasera pago io". Sotto contratto Sky è apparso su raidue con Staffelli

La quarta vita di Fiorello  
Il genio tv "celentanizzato"

Se questi auguri glieli avessimo dovuti fare dieci anni fa, lui sarebbe stato in un’altra vita. Nella terza delle sue quattro. E sarebbe stata tutta un’altra storia. Oggi che sta per compiere mezzo secolo (il 16 maggio), che ha smesso di dissipare talento ma ha anzi capito come amplificarlo e capitalizzarlo, Fiorello non è più l’uomo delle tante partenze e ha smaltito il fiatone di un passato che è diventato remoto di colpo. Non le ha scelte sempre lui, tutte le sue vite.

La prima sì, quella da ragazzino nei villaggi Valtur a Brucoli a lavare i piatti e a far l’animatore delle serate. E quella del Karaoke, nel 1992, con quel successo «a lampo» portato a casa in fretta in fretta. Gli anni della coda di cavallo troppo lunga, delle giacche troppo larghe, delle spalline a materasso. Con Claudio Cecchetto che gli affida un programma su Radio Deejay, con Maurizio Costanzo che gli offre di continuo il palco del Teatro Parioli.

E arriva la terza vita, quella imposta invece dall’insuccesso. Inizia col Festival, nel 1995, dove il fenomeno del Karaoke è atteso col suo brano Finalmente tu e con Baudo che dice «Sanremo è come il conclave, chi entra Papa esce cardinale». Sanremo gli va male e a Fiorello inizia ad andare male tutto. Ai fallimenti non bisogna lasciare tempo perché impregnano e contaminano ogni cosa, invece lui rimane sotto. Bellissime ragazze piene di vuoto, lui che si spreca, che non ha il futuro sotto controllo. Avrebbe voluto essere in pace con il corpo. Cuore compreso. Invece che continuare a sbattere contro pensieri che lo appassivano. Però non riesce e va avanti così. Sbaglia qualche programma, come Non dimenticate lo spazzolino da denti, Superboll...

Anni storti in cui si tormenta, ma in cui, in realtà, probabilmente prepara il nuovo Fiorello. Anni in cui si mette a dimenticare con molta pazienza. Quando nel 2000, stanco di essere infelice, incontra Susanna Biondo la tira a sé con una specie di fame di pace. E poi ci si affida. E Fiorello non si ferma più. Inizia la sua quarta vita, questa qui, fatta di ordine, carattere, di un perfetto dosaggio di sé. Il 2001 è quello di Stasera pago io, quello in cui Fiorello si mette a fare Fiorello sul serio. Si cerca e si trova. Mattatore unico su un palco che gli si inginocchia di fronte: parla, canta, balla, imita... sa far tutto quello lì. Il successo è strepitoso (qualche puntata del suo show riesce persino a battere C’è posta per te di Maria De Filippi), l’anno successivo replica con Stasera pago io in Euro, quello dopo ancora con Stasera pago io Revolution. Arroccato in radio dal 2001, con Marco Baldini per Viva Radio 2, inizia a lesinare le apparizioni televisive. Sceglie di fare poche cose, di breve durata (Viva Radio2... minuti, sull’ammiraglia della tv di Stato, dovrebbe durarne nove), che garantiscano ascolti altissimi. Fiorello si «celentanizza». Nel 2006, del programma radiofonico porta due speciali su Raiuno, dal titolo Viva Radio 2... e un po’ anche Raiuno, che fanno dieci milioni di telespettatori. Mentre, due anni dopo, l’esperienza «optical rétro» della striscia Viva Radio2... minuti, fa molto parlare di sé ma non va così bene in termini di ascolti. Anche perché, quando di mezzo c’è Fiorello, le aspettative salgono smodatamente. E invece lui non ha più voglia di pressioni.

Si sposa dopo sei anni di fidanzamento, e dopo tre anni nasce Angelica. Alle metamorfosi interiori ne seguono altrettante esteriori. Ingrassa un po’, si taglia i capelli, si fa crescere i baffi, poi dimagrisce, poi taglia i baffi... E poi si arrocca di nuovo. Questa volta sul satellite, con un contratto di esclusiva per un anno e la ripresa del suo spettacolo teatrale che Sky Uno manda in onda con speciali della durata di mezz’ora tre volte alla settimana. Prima dell’inizio di questa avventura, Fiorello, già «di Sky», appare a sorpresa in una puntata di X Factor, su Raidue, per reclamizzare il suo spettacolo. E sempre a sorpresa, anche Valerio Staffelli, «di Mediaset», irrompe per la consegna del Tapiro al mattatore. La battuta per commentare quell’improvvisa macedonia televisiva ce l’ha in tasca, manco a dirlo, Fiorello.

Che battezza subito la suggestiva commistione di cui è artefice «Skraiset». Oggi compie cinquant’anni e tra assenze, nascondigli e leggendarie comparizioni, la certezza è che per fare un Fiorello ci vogliono un Vianello, un Corrado e un Walter Chiari. Tutti insieme.

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