Il quartiere si divide Contraria la movida I residenti: «Era ora»

CONTRASTI Per i gestori dei locali si tratta di «un’occasione persa», i comitati esultano: «Era un’opera inutile». Ma restano le preoccupazioni per il futuro della zona

Darsena, parcheggio sì, parcheggio no. All’indomani dell’annuncio del sindaco Letizia Moratti che ha deciso di annullare il progetto per la costruzione di un autosilo subacqueo da 700 posti a rotazione e 300 box privati, la zona si divide. Così com’era divisa al momento dell’annuncio del primo cittadino all’inizio del suo mandato aveva ribadito la volontà di andare avanti con il progetto ereditato dalla precedente amministrazione Albertini. L’unica differenza? Anni e anni - ne sono passati 8 dalla pubblicazione del bando e 4 dall’apertura del cantiere - di degrado, palude che produceva un odore insostenibile d’estate, topi e spazzatura a cielo aperto.
Esultano i residenti della zona, organizzati nel Comitato Navigli: «Bene, siamo veramente sollevati. L’avevamo sempre detto che la collocazione di questo parcheggio era assolutamente sbagliata. Anzi, speriamo che la darsena venga cancellata definitivamente dal piano urbano dei parcheggi - auspica Gabriella Valassina, portavoce del comitato -. Era un’opera inutile: è appena stato completato, infatti, il parcheggio di largo Manusardi, che accoglierà posti auto privati, così come è stato completato quello del complesso Magolfa 2000. Per quanto riguarda i posti a rotazione siamo contenti che non si facciano più: è l’unico modo per liberarci dall’assalto dei clienti dei locali e dalle loro macchine». «Bene, abbiamo accolto con molto favore la decisione del sindaco - commenta Angelo Valdameri del coordinamento dei comitati milanesi - che ha dimostrato di avere grande giudizio. Chapeau al coraggio di Letizia Moratti!». «Una decisione che dimostra l’incapacità di realizzare un progetto - sostengono altri - e dire che qui c’è ancora bisogno di parcheggi».
I residenti continuano a essere preoccupati per il futuro del quartiere, legato a doppio filo all’ipotesi di pedonalizzazione, e soprattutto ai tempi necessari per la sistemazione superficiale del cantiere. «Diciamo no al “divertimentificio” e all’invasione dei locali, speriamo - continua Valassina - che il Comune decida di valorizzare l’area nel rispetto della tradizione e della vocazione della zona, dove un tempo si trovavano atelier di pittori e artisti e botteghe artigiane, ormai sparite».
La considera un’occasione persa Daniel Gionta, presidente dell’associazione Navigli domani, che raggruppa una settantina tra pub, discobar e birrerie che si affacciano sulle sponde dei canali: «Cancellando il parcheggio, abbiamo perso un’altra occasione per mettere le auto sotto terra e toglierle dalla superficie. Il parcheggio di porta Genova? È pericoloso sia per le auto che per le persone.

E poi è troppo distante dalla Darsena: d’inverno chi ha voglia di camminare sotto la pioggia? E poi - si chiede Gionta - quanti anni ci vorranno per chiudere il cantiere? A giudicare dagli anni che sono passati... e intanto ci teniamo le auto».

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