Quarto Oggiaro, in cella baby spacciatori

(...) A capo Anna Luciani, 61 anni, e per questo chiamata «nonna cocaina». Arrestata a luglio 2007, in aprile è stata condannata a 9 anni e quattro mesi. Anche se il boss emergente del clan era Francesco Carvelli, 22 anni, a cui è stato fatale uno sgarro, forse una partita di droga da 300mila euro non pagata. Lo scorso agosto è stato ritrovato nel parco delle Groane, legato a un albero, una pallottola nel cranio.
Sotto di loro i Formisano-Cirillo che, usciti temporaneamente di scena i primi, hanno preso in una sorta di «subappalto» il traffico di droga in zona. Stretti i legami tra le due cosche, entrambe con base in via Capuana: al 3 abitano i Sabatino-Carvelli, al 7 gli altri. Tutto intorno le strade dello spaccio: Aldini, Traversi, Vittani. Con la solita tecnica: piccole confezioni, al massimo di 11 dosi, mezzo grammo da vendere a 40 euro, nascoste tra le siepi, sotto gli alberi, dietro le panchine. Arriva il cliente, contatta il pusher, questi fa segno all’amico di prenderle. La rete di sentinelle, i «paletti», minorenni, che iniziano così il loro grado di apprendistato. Con gli anni saliranno di grado: prima «cavalli», gli addetti alla consegna, poi «colonnelli», i capi. Tra loro anche il tredicenne, chiamiamolo Mario per comodità, cresciuto in una famiglia a dir poco disagiata. Ultimo di tre fratelli, figlio di una ex prostituta e un pregiudicato per furti, rapine e traffico di stupefacenti. I servizi sociali lo tolgono l’anno scorso ai genitori e lo affidano a una comunità. Tutti i venerdì alle 15 rientra in famiglia per riabbracciare i genitori, con cui passerà il fine settimana fino a domenica, quando alle 21 riprende la strada della comunità. Ma le sere Mario non rimane certo a casa a guardare la televisione. Alle 20 scende in strada con il compito di avvistare le auto della polizia, comprese quelle civetta di cui conosce a memoria modelli e numeri di targa. All’arrivo delle «madame» un lungo fischio mette tutti in allarme. Un turno che finisce solo alle prime luci dell’alba, le 5, talvolta le 5.30, in cambio di una ventina di euro.
Qualcosa però non ha funzionato la sera del 19 aprile, Mario non vede arrivare gli «sbirri» del commissariato Quarto Oggiaro diretti da Angelo De Simone. In manette finiscono Luca «Luchino» Formisano, Samuel «Samu» Cimmarusti e Francesco Antonio Morittu, 19 anni, Salvatore «Tore» Napoletano, 20 anni, Daniele Simone, 27, Matteo Gatta, 31. Ma sgominato un gruppo se ne fa sotto un altro, tanto che appena quattro giorni dopo altro giro, altri arresti: Antonio Giordano, 21, solo denunciato nel corso della prima retata ma già arrestato il 6 ottobre insieme a Michael Fasano, 22 anni, uomo di fiducia del defunto Francesco Carvelli; Simone Becchimanzi, 19 anni, e il minorenne.

Con questi nove, arriviamo a quota 43 persone arrestate negli ultimi sei mesi, quando sono stati anche sequestrati 3 chili di cocaina, 72mila euro, 27 auto e quattro alloggi popolari. Gli spacciatori, ufficialmente nullatenenti, vivono infatti in case Aler.

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