Circa 260 ettari bruciati, un quarto dellintera superficie. Un incendio che scoppiò in mattinata ma che fu domato soltanto verso le 18, con centinaia di mezzi sul posto per tenere a bada le fiamme. Questo il bilancio del rogo che il 4 luglio del 2000 mise a serio repentaglio la pineta di Castel Fusano. In quelloccasione, otto anni fa, furono diversi i testimoni che segnalarono di aver visto i piromani in azione. Ci fu addirittura chi notò qualcuno mentre preparava, in più punti della pineta, dei grossi inneschi fatti di arbusti resinosi e fogliame secco. Dopo quellevento per cui più volte si è parlato del «grande rogo» della pineta, fu istituita una Commissione tecnico-scientifica che ha definito gli indirizzi per gli interventi di bonifica e di ricostituzione dellecosistema, come si legge sul sito istituzionale del Comune di Roma.
Nello specifico ha rilevato con un sistema di aereofoto e telerilevamento satellitare larea percorsa dal fuoco; ha attivato con le Università un monitoraggio delle aree per verificare la ripresa vegetativa e levoluzione dellarea sotto tutti gli aspetti ecologici; ha provveduto alla recinzione di sicurezza e alla sorveglianza; ha realizzato la mappatura delle zone incendiate; ha elaborato il «Progetto di ricostituzione dellecosistema di Castel Fusano»; ha steso il «Progetto di prevenzione incendi» con lutilizzo dei sistemi più adeguati per larea della Pineta. Insieme con il Municipio XIII ha realizzato un piano di bonifiche nella pineta.
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