Quasi un giovane su due in preda all'ansia e alla depressione

L'emergenza silenziosa tra gli adolescenti che provano sofferenze psicologiche di vario genere

Quasi un giovane su due in preda all'ansia e alla depressione
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Non si vede. Non lascia lividi. Ma fa male lo stesso. Spesso cresce in silenzio, mascherata dietro a un sorriso, soffocata dentro a uno schermo, sospesa in "like" che non arriva, nascosta in una foto postata che racconta una vita che non esiste. Ansia, tristezza, insonnia, senso di vuoto, quel mal di vivere che solo poco tempo tra i ragazzi erano eccezioni oggi diventati la normalità.

Lo dicono i dati di un fenomeno peraltro appena fotografato, visto che il 10 ottobre scorso si è celebrata come ogni anno la Giornata della salute mentale. Il focus è lì, sui ragazzi, su un'emergenza che non può più neanche essere definita così che attacca gli adolescenti e che si insinua in età sempre più precoce. In Italia (Rapporto Istat 2024) oltre il 42% dei ragazzi tra 18 e i 34 anni ha dichiarato di aver sofferto di ansia e depressione. Nei reparti di neuropsichiatria infantile le richieste di aiuto sono quadruplicate in dieci anni e l'età di esordio si è abbassata: i primi segnali, ormai è noto, arrivano già alle scuole medie. Dati in linea con quelli mondiali: nell'ultimo rapporto Unicef viene rilevato che un adolescente su 7 (circa 166 milioni di ragazzi tra i 10 e i 19 anni) ha un disturbo mentale diagnosticato, con ansia e depressione che costituiscono il 40% delle diagnosi. Quanto sia grande il bisogno (che resta insoddisfatto) di un aiuto lo rivela un'indagine realizzata dal Consiglio dei Giovani: 3 ragazzi su 4 avvertono l'esigenza di un supporto psicologico, ma solo uno su tre poi ammette di averlo ricevuto. Ed è spiazzante la risposta alla prima domanda posta nell'indagine dell'Osservatorio sanità di UniSalute, relativa agli stati d'animo: quali sono stati i tre prevalenti provati negli ultimi 12 mesi? Il 36% dei giovani intervistati non ha dubbi: al primo posto c'è l'ansia, seguita a stretto giro dalla preoccupazione. Il 32% ha aggiunto anche uno stile di vita stressante. La felicità non è assente, ma una percentuale pari al 31% evidenza come gli stati d'animo più negativi facciano da padrone. Significa che più di un ragazzo su tre prova quotidianamente emozioni negative, spesso legate all'incertezza sul futuro. Emozioni che hanno messo radici profonde soprattutto durante il periodo del Covid e post-Covid.

Le cause di questo malessere sono molte e intrecciate. C'è una pressione scolastica ma più in generale sociale che è diventata sempre più insostenibile.

C'è la paura di non essere all'altezza, c'è la precarietà di un futuro sfuocato, c'è la solitudine dentro l'iperconnesione, con i social, con la loro vetrina di perfezione che amplificano l'inadeguatezza ormai sempre più diffusa.

SerCop

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