Il Quasimodo di Cocciante ora si fa "bello" in teatro

"Notre dame de Paris". L’opera musicale cambia il cast e sbarca agli Arcimboldi. Promossa dal pubblico, già "sold out" le prime due settimane

Dalle guglie di Notre Dame, il Gobbo guarda divertito: laggiù, tra la gente, la sua storia non accenna ad affievolirsi. Anzi. Che sia un classico della letteratura, un cartone animato americano (Disney) o un’opera musicale nata sul confine transalpino, gli uomini restano letteralmente ipnotizzati dalla vicenda dell’orrendo Quasimodo, manipolato dal bieco arcidiacono della cattedrale Frollo, innamorato della sensuale gitana Esmeralda, sconfitto in partenza nella rivalità sentimentale con l’aitante capitano delle guardie del Re, Febo, così diverso da Quasimodo perché «bello come il sole».
Ma il successo di «Notre Dame de Paris», l’opera musicale composta da Riccardo Cocciante su libretto di Luc Plamondon, ha indubbiamente qualcosa di personale. A cominciare dai quindici milioni di spettatori raccolti in tutto il mondo - dall’Europa agli Stati Uniti, dalla Cina al Medio Oriente - due milioni e mezzo dei quali solo in Italia. Questa «opera popolare», come l’hanno definita gli stessi autori, ha conquistato il pubblico sin dall’esordio parigino di ormai dieci anni fa: le repliche dello spettacolo in lingua italiana (la traduzione è ad opera del noto paroliere Pasquale Panella) hanno toccato quota 684 dal marzo 2002 ad oggi. E a proposito di oggi, l’arrivo di Notre Dame al Teatro degli Arcimboldi (da questa sera fino al 22 febbraio, ore 21, info. 199-177-199) ha scatenato il tradizionale balletto di cifre: quasi totalmente sold out le prime due settimane di rappresentazione, con l’aggiunta di una quinta settimana a grande richiesta. La differenza oggi, nell’ormai completato decennale dell’esordio, è che il musical cocciantiano si rifà il trucco (rinnova il cast) e conquista nuovi spazi: dopo aver macinato palasport, palatende e arene, Notre Dame approda ai teatri. A Milano, per di più, Notre Dame «sposa» un teatro prestigioso e «colto» come gli Arcimboldi: ecco perché, ieri nell’anteprima a inviti, a fine spettacolo gli autori, Riccardo Cocciante in testa, hanno sentito il bisogno di presentarsi sul palco, per ringraziare il pubblico di dieci anni di fedeltà al botteghino, ma anche per dare un volto «fisico» a questa nuova maturità dell’opera. Peccato che l’approdo agli Arcimboldi non sia stato confortato da una resa adeguata sul fronte dell’acustica (in un teatro nato per la musica, un colpo di scena): per chi non conoscesse a mena dito le liriche di Notre Dame, infatti, la comprensione delle parole è risultata più che ardua, quasi impossibile.
La base musicale, imperiosa nei bassi, veniva infatti a coprire le voci dei protagonisti (peraltro valide, come si poteva finalmente comprendere nei brani musicalmente più «asciutti»). I nuovi volti del cast non hanno tradito le aspettative: il «Gobbo» Luca Maggiore raccoglie senza problemi la staffetta della «star» Giò Di Tonno, mentre la nuova Esmeralda Sabrina De Siena ha la voce giusta per far dimenticare al pubblico il sex appeal più irriverente di chi l’ha preceduta, e cioè Lola Ponce. Non è escluso poi, a quanto si dice, che la coppia originale italiana Di Tonno/Ponce possa riapparire a sorpresa in qualche data milanese.

Attorno ai protagonisti, infine, lo show, perché di questo si tratta, non sbaglia una mossa: spettacolare e, va detto, anche astuto nell’offrire quella ricetta di melodramma e acrobazie circensi che, lo dicono le cifre, esalta il pubblico non necessariamente appassionato di musical.

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