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Quattro anni e 1,7 milioni di euro: il mercato è chiuso

L’edificio abbandonato e occupato dai centri sociali. Gli operatori trasferiti nel 2002

Via Passino, quartiere Garbatella. Un tempo le massaie venivano qui con la sporta della spesa sotto braccio a far compere nel grande mercato coperto inaugurato nel ’52. Un’imponente struttura in muratura e cemento armato su più livelli, concepita come spazio commerciale e di incontro, con depositi e montacarichi, un’autorimessa per gli operatori e un ambiente destinato alle attività del dopolavoro dell’Enal. Frutta, verdura, pane, pasta, carne ma anche scarpe e capi di abbigliamento: le provviste si facevano girando attorno alla fontana che zampillava proprio al centro e che solo i più antichi avventori riescono ormai a ricordarsi, visto che fu eliminata con la ristrutturazione del ’77. Oggi a via Passino la gente non viene più a fare la spesa.
Gli operatori, con ordinanza del 22/9/2002 vennero trasferiti «provvisoriamente» nella struttura «temporanea» di via di Santa Galla per consentire che il mercato - non più a norma di legge soprattutto per quanto riguarda i mutati standard sanitari - fosse sottoposto ai necessari lavori di ristrutturazione. Intanto il programma del contratto di quartiere aveva indicato come «prioritaria», tra gli interventi di carattere urbanistico da realizzare, «l’azione di recupero e di rifunzionalizzazione» della struttura rionale. I residenti accettarono di buon grado il «sacrificio», malgrado la distante sede di Santa Galla creasse notevoli disagi, specie per i più anziani. Passò qualche tempo e finalmente la giunta comunale, con delibera numero 584 del 5/8/2004 approvò il progetto definitivo del I lotto funzionale: 1.771.049,87 euro, «già coperti - si legge nelle premesse alla deliberazione - da appositi stanziamenti del Dipartimento XIX e del Municipio Roma XI».
Nello stesso provvedimento si disponeva anche l’avvio delle procedure necessarie all’acquisizione delle risorse aggiuntive per la realizzazione del II e del III lotto, da finanziare con gli oneri di convenzione collegati al P.U.P. del Municipio Roma XI, con risorse dello stesso Municipio o con il «project financing», per un totale di spesa prevista pari a 3.169.080,02 euro. Un progetto poderoso che tuttavia stentava a partire tanto che, l’anno dopo, il 23 giugno 2005, i Democratici di sinistra della sezione Garbatella organizzarono un incontro per chiedere ai progettisti del nuovo mercato e ai rappresentanti del Municipio - tra cui l’attuale assessore ai Lavori pubblici Alberto Attanasio - precisi impegni sulla ripresa dei lavori, iniziati e subito interrotti.
«Caro sindaco», scriveva dieci mesi più tardi Andrea Fannini, segretario dei Ds della Garbatella in una lettera a Walter Veltroni dell’aprile 2006, «vorrei richiamare la tua attenzione su un problema che riguarda il nostro quartiere». E il problema era proprio il mercato coperto di via Passino, la cui chiusura veniva vissuta con «estremo disagio» dalla popolazione e il cui allungamento dei tempi di realizzazione rischiava di comportare «una ricaduta in termini di fiducia nei confronti dell’Amministrazione capitolina e del Municipio Roma XI». Oggi, dopo quattro anni, la situazione è pressoché immutata e il nuovo segretario dei Ds Garbatella, Natale Di Schiena, ha in programma una riunione con i commercianti per definire il da farsi. «Siamo certi - dice - che l’interesse del sindaco per il nostro quartiere è alto, vista anche la sua particolare sensibilità per le zone storiche e tradizionali di Roma. Ma vorremmo sapere che cosa è successo in tutto questo tempo». Anche l’assessore municipale Attanasio afferma di non conoscere gli ostacoli che hanno impedito l’avvio del cantiere che, precisa, è «di competenza del Comune».
«Mi rendo conto - osserva - che l’assessore capitolino Dante Pomponi è arrivato da poco e non può avere responsabilità per il passato, ma ci sentiamo di chiedere maggiore attenzione e, soprattutto risposte concrete, visto che non siamo più in grado di fronteggiare le richieste dei cittadini per i quali la situazione è ormai insostenibile».
Intanto anche via Passino è diventata tutt’altra strada: una via silenziosa ove l’edificio dell’ex mercato coperto si erge imponente nel più completo abbandono. Calcinacci e bottiglie di birra al suo interno, mentre le mura sono completamente ricoperte dai graffiti del centro sociale La Strada, che si è installato abusivamente in alcuni locali della struttura. Sancho Panza, Don Chisciotte, mulini a vento, falce e martello, scritte che inneggiano alla lotta antifascista. Ma anche spettacoli e feste, in linea con il trend che a Roma realizza ormai il felice connubio tra okkupazione e cultura.

Qualche metro più in là, in via Nicolò Odero, l’Urban Center Roma XI, la casa del Municipio, strumento sperimentale di democrazia locale partecipata: un «luogo da condividere», recita la brochure disponibile all’entrata, «un laboratorio di attività e di proposte», un «progetto che si costruisce nel tempo». Ma la domanda, per coloro che - il martedì e giovedì pomeriggio - si recano nel nuovo, ultramoderno spazio-incontro di 450 metri quadrati, magari transitando per via Passino, resta sempre la stessa: quanto tempo?

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