Quattro ribaltoni in due anni per il gruppo scalato dai «furbetti»
9 Novembre 2007 - 03:11Il penultimo passaggio è durato poco più di due settimane
da Milano
Per Antoveneta lacquisto del Monte dei Paschi di Siena è il quarto ribaltone in poco più di due anni. Un girotondo di proprietà che non ha mancato di lasciare il segno, con clienti persi e manager dimissionari. Il risultato è che lobiettivo di utile fissato per questanno, 500 milioni, sarà abbondantemente mancato (si parla di una cifra tra i 300 e i 400). E pensare che la storia della banca frutto della fusione tra due storici istituti padovani, Banca Antoniana (1893) e Banca Popolare Veneta (1866), era stata legata per trentanni a ununica figura: quella di Silvano Pontello, il banchiere scomparso nel 2002, padre padrone dellistituto e artefice del suo forte salto dimensionale. Era stato lui a volere la trasformazione in società per azioni e lo sbarco in Borsa (2002).
Ma già nel 2005 il fragile patto di sindacato che vedeva uniti Abn Amro e un gruppo di industriali veneti era andato in frantumi. In un primo tempo Gianpiero Fiorani e i suoi alleati erano riusciti a conquistare listituto. Ma dopo la battaglia finanziaria dellestate 2005 che aveva visto in pista gli ormai celebri «furbetti del quartierino» accanto alla ex Popolare di Lodi, lo scontro ha consegnato alla fine lAntonveneta allAbn Amro. Anche questa si è rivelata però una vittoria di Pirro. Al completamento delloperazione, con il ritiro del titolo Antonveneta da Piazza Affari nellaprile 2006, il numero uno del gruppo olandese Rijkman Groenink, era già sotto un fuoco di critiche per aver strapagato la banca. E di lì a poco la stessa Abn da predatore è diventata preda. La battaglia per la conquista dellistituto olandese è durata oltre dieci mesi e neanche un paio di settimane fa è iniziata la prevista spartizione tra i tre alleati vincenti, con il passaggio dellAntoveneta al Santander. A Padova si erano già affacciati i manager spagnoli guidati dalla proconsole di Botin in terra veneta, Marta Elorza Trueba, a cui era stato affidato il piano di riassetto dellistituto.
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