Per la bimba, 9 anni, la detenzione preventiva è finita ieri sera, dopo 62 giorni: è tornata nella sua casa di Basiglio, il paese col reddito pro capite più alto della provincia di Milano, e ha potuto riabbracciare i genitori. Per il fratellino più grande, 13 anni, invece, la misura cautelare resta in vigore, ma l’avvocato non dispera di riuscire a «farlo uscire» nel giro di una settimana, non appena l’assistente sociale troverà il tempo per avere un colloquio con lui: l’altro giorno aveva troppa fretta. La colpa dei due piccoli? Grave, gravissima: un disegno. Ma sì, uno scarabocchio colorato che raffigura una bimba a cavalcioni di un bimbo con sotto una scritta: «G. fa sesso con suo fratello per 10 euro. A lei piace».
Troppo poco per una pena così severa, dite? Non in Italia, non per certi assistenti sociali, non per certi giudici: purtroppo abbiamo visto anche di peggio. Il problema è che stavolta non c’era neppure quel poco e la bambina l’aveva detto subito: «Il disegno non è mio, l’ha fatto una mia compagna per farmi dispetto». Non le ha creduto l’insegnante, non le ha creduto il preside, non le hanno creduto le assistenti sociali. Il giudice del Tribunale dei minorenni si è concesso un dubbio: «Esistono rilevanti elementi di perplessità. Non si può escludere che i disegni siano stati fatti solo in parte dalla bambina o addirittura che non ne abbia fatti». Poi ha scrollato le spalle e ha firmato l’ordinanza che rovinava in un colpo solo (e probabilmente per sempre, perché certi traumi restano impressi a fuoco nella carne) quattro vite.
Personalmente, avrei trovato il provvedimento quantomeno frettoloso anche se fosse stata certa l’identità di chi aveva tracciato quelle due figure e quella scritta sul foglio. Il fatto che non ci fosse neppure questa sicurezza lo rende abnorme. Ma c’era un modo per limitare i danni e accertare la verità: una bella perizia calligrafica. E, almeno questo, il Tribunale l’ha disposta. Domanda: quanto ci vuole a confrontare la calligrafia della scritta sul disegno con quella dei quaderni della piccola G.? Cinque minuti? Quanto tempo ci vuole a individuare se la mano che ha tracciato quello scarabocchio vagamente osceno è la stessa che ha disegnato l’albero di Natale due mesi prima? Un’ora? Due? Risposta esatta. Solo che al giudice l’illuminazione di affidare l’incarico è arrivata dopo oltre un mese. E l’esperto quell’oretta da dedicare a questa quisquilia l’ha trovata solo dopo un altro mese. Nel frattempo i fratellini sono stati tenuti prigionieri in due istituti diversi, lontani da mamma e papà.
Milano, Italia, anno domini 2008. Non vi vergognate un po’? Io sì, moltissimo.
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