Quei cattivi maestri che salgono in cattedra

Il primo fu Oreste Scalzone che tre anni fa comparve in Statale per arringare i «compagni alla lotta». Poi fu un diluvio di reduci Renato Curcio, Irmard Moelle, Maurizio Ferrari.
Il primo a rompere il ghiaccio, come detto, Scalzone, 64 anni, arrestato il 7 aprile 1979 per partecipazione ad associazione sovversiva, banda armata e rapina. Condannato a 9 anni, scappò a Parigi dove rimase fino al febbraio 2007 quando la pena venne prescritta. Il 12 dicembre 2008, ha preso la parola in Aula Magna alla Statale per guidare alla lotta gli studenti dell’Onda.
Un mese dopo ecco Renato Curcio, 70 anni, fondatore dell Brigate rosse, irriducibile: preso nel 1974, riuscì a evadere nel ’75 per tornare in cella nel 76, dove rimase fino all’88. Il 5 marzo si presentò a parlare di filosofia al centro sociale Cox di via Conchetta. Il primo marzo dell’anno dopo fu la volta di Irmgard Möller, 64 anni, protagonista di un dibattito al centro sociale «Panetteria Occupata». Componente della «Rote Armee Fraktion», le Br tedesche, arrestata nel ’72, fu unica a salvarsi dal tentativo di suicidio di massa in carcere che portò alla morte altri tre membri della Raf. È stata poi scarcerata nel 1994.


Nel frattempo è stata scarcerato anche Paolo Maurizio Ferrari, 66 anni, di cui trenta passati in galera come «combattente» delle Brigate rosse, tra il 1974 e il 2004. Lo si vede sempre a fianco degli anarchici della «Bottiglieria» il centro sociale più combattivo nel panorama antagonista milanese.

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