Ad assistere alla discussione in corso nel Pdl milanese-lombardo la prima cosa che viene in mente è che non siano più in grado di pagare l'affitto della sede di Viale Monza, che li abbiano sfrattati e che ormai facciano le riunioni sulle pagine dei giornali milanesi. Dopo le due ciabattate che hanno preso alle elezioni comunali e ai referendum ora pensano bene che le ciabattate sia bene darsele in casa. Siamo in democrazia e c'è libertà di ciabattata ma lo spettacolo offerto è roba da lite nella periferia condominiale abitata da dei poveracci. Niente di più, niente di meno. E qui non c'è chi ha colpa e chi non ce l'ha. Il poverino qui non c'è.
Non siamo di quelli alla Ciampi o alla Scalfaro che ogni cinque minuti ci ricordavano che bisognava abbassare i toni (salvo quando li alzavano loro). Ci piace il dissenso, la discussione, l'accapigliamento e anche i toni duri e alti. Ci piacciono le schiene dritte. E ci piace anche che qualche volta figure forti si scontrino su linee politiche anche divergenti. Ma di questo a Milano non c'è neanche l'ombra. Siamo a metà tra i pollaio e il condominio, scegliete voi a seconda delle somiglianze tra i vari - chiamamoli così - discussant.
Partiamo dai contenuti. Assenti. La cosa più incredibile è che hanno perso perché non sono stati capaci a comunicare un tubo e ora discutono sul perché non rendendosi conto che stanno continuando a dimostrare nient'altro del perché hanno perso. Per assenza di contenuti (non comunicati o malamente fatto) hanno preso le famose ciabattate, per assenza di contenuti rendono la discussione che stanno conducendo assolutamente inutile e dannosa. Evidentemente non si rendono conto che l'elettorato di centrodestra - per sua natura particolarmente pragmatico ed empirico - ritiene tutto ciò stomachevole.
Parliamo delle modalità. Ma perché non convocano una riunione, un congresso, un'assemblea, un qualcosa dove possano discutere tutti quelli che hanno qualcosa da dire e i capoccia si confrontano lì, si levano la pelle lì, si mettono in gioco lì? Certamente il giorno dopo lo leggeremmo sui giornali ma politicamente avrebbe tutt'altro valore politico? E' chiaro o no? Perché nel caso a qualcuno sfuggisse mandatelo alla scuola materna della politica ché il suo livello è quello.
Questi signori, molti dei quali campano con i soldi dei cittadini, non sono ancora riusciti ad eleggere il capo gruppo al Comune di Milano. Nella prima seduta hanno parlato in due: il capogruppo e il portavoce. Neanche fossimo al parlamento inglese. Ma quale motivo così importante non ha consentito di arrivare a quella elezione? Quale ragione di sostanza ci sfugge? Non sarà mica alle porte qualcosa di simile alla scissione del Partito socialista italiano che diede vita al Partito comunista italiano nel congresso di Livorno del 1921? Non sarà mica che dietro a queste figure del consiglio comunali si nascondono leader di cui non abbiamo capito la statura?
A Milano c'è bisogno dell'opposizione in consiglio comunale. Questo è ciò di cui devono discutere nel Pdl lombardo. A Milano è urgente costruire un'opposizione seria. Occorre elaborare contenuti, studiare, proporre.
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