Quei figli di nessuno condannati alla follia dal delirio dei medici

«Ma cosa fai? Sembri il figlio di nessuno!» esclamava mia nonna (e tante altre nonne e madri come lei), quando esageravo col disordine e le stupidaggini infantili. Figlio di nessuno, fieu de nissùn in milanese, era tutt'altro che un complimento. Indicava qualcuno che non avendo padre e madre era senza radici, come una foglia nella tempesta: l'orfano raccontato in tante storie pietose, di cui si occupavano le istituzioni benefiche della città. Oggi, invece, la costruzione di figli di nessuno, di essere umani fabbricati in laboratorio, viene presentata come una nuova frontiera della scienza e del cammino dell'uomo. È veramente così?
C'è da dubitarne. Esseri prodotti in laboratorio, senza nessun contributo né di un padre né di una madre, apparterrebbero alla storia della scienza e dei suoi tentativi e sperimentazioni, ma difficilmente entrerebbero nell'umanità. L'essere umano nasce da relazioni affettive, magari fugaci, a volte violente, ma sempre tra persone. Non è una pretesa astratta, filosofica o religiosa. L'osservazione sperimentale ha dimostrato da sempre che la felicità e lo sviluppo della persona, insomma la sua umanità, dipende dalla ricchezza e intensità di quei rapporti affettivi. Quando la mamma non c'è, non guarda e non tocca il suo cucciolo, quello che gli psicologi chiamano Io non si costituisce, e l'individuo rimane nella schizofrenia, o nella psicosi. Quando il papà non è presente, e non aiuta i figli a uscire dalla fusione che si instaura con la madre nelle prime settimane di gravidanza e continua per anni, il soggetto umano non si forma, e la personalità rimane dipendente e incapace di costruirsi un proprio spazio e di progettare la propria vita. Negli ultimi trent'anni, in cui i padri assenti, o espulsi dal matrimonio sono diventati fenomeno di massa, le statistiche hanno mostrato che questi figli senza padre rappresentano in ogni paese il gruppo di testa dei principali disagi psichici, dalle tossicomanie agli atti di violenza, dai disturbi alimentari alle depressioni.
La famiglia è spesso un problema, ma non averla per niente è peggio. Almeno un secolo di osservazione psichiatrica, psicanalitica e sociologica dovrebbe averci convinto che la persona umana prende forma all'interno di relazioni affettive. Quando queste sono insufficienti, o mancano, la personalità è debole, malata.
Oltre al delirio di onnipotenza in cui ogni forma di pensiero umano rischia di cadere, la vera ispirazione di queste ricerche è però il mercato dei bambini. La domanda di bimbi è in forte crescita: in parte per le crescenti difficoltà a procreare (dovute proprio all'allontanamento dagli istinti), in parte perché tecnoscienza e marketing spingono la riproduzione fuori dal mondo naturale, verso quello della produzione e dei consumi. Così, mentre famosi scienziati presentano come un giorno radioso quello in cui i bambini non nasceranno più da un'unione sessuale tra uomo e donna, ma usciranno direttamente dai laboratori, madri (o padri) single e sostanzialmente incapaci di relazioni affettive vagheggiano figli con gli occhi di attori famosi, da ordinare direttamente su Internet (si può già fare, come poi finisca non lo so). Si è già vista anche la coppia di lesbiche sorde ordinare la figlia sorda come loro, e poi divorziare, litigando perché nessuna se la voleva tenere.
Tuttavia di fronte al sinistro circo Barnum tecnoscienza&mercatodeibambini, preoccupiamoci pure, ma non cadiamo nell'isteria. È proprio ciò che gli scienziati pazzi vorrebbero, per poter dire che gli amanti della natura sono poveri matti retrogradi, e loro i sani.

Per contrastare i loro scenari avidi, occorre lucidità e sangue freddo, In fondo, non sono passati neppure due secoli da quando, nel 1916, Mary Shelley, spinta da Lord Byron a scrivere un racconto gotico, vide in un incubo uno studente, Victor Frankenstein, che si inginocchiava di fianco ad una creatura che aveva costruito; e questa, grazie a qualche forza ancora sconosciuta, mostrava segni di vita. Era l'annuncio della tecnoscienza, ed il primo grido di allarme per i suoi futuri deliri. Non serve scandalizzarsi per le visioni umane, vanno però messe sotto controllo. O sono guai.

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